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Il libro della Sapienza non ha mai goduto di grande fortuna in passato: la complessità del linguaggio e la problematicità dei temi trattati lo ha reso uno dei testi meno commentati dell’Antico Testamento. L’estromissione dal canone ebraico e la collocazione tra i «deuterocanonici» hanno contribuito ulteriormente alla sua marginalizzazione.
Eppure quest’opera è un piccolo capolavoro: composto alla fine del I secolo a.C., forse quando Gesù era già nato, è l’ultimo libro dell’Antico Testamento. Tale collocazione non è puramente cronologica, ma determina la novità e la forza di questo libro. Esso «è un ponte ideale tra il Primo e il Secondo Testamento» (p. 8) e documenta «quella trasformazione che sta sconvolgendo dall’interno la tradizione biblica prima della novità cristiana» (p. 10). Si tratta di un’interpretazione sapienziale nuova e originale dell’Antico Testamento, quasi un avvio al Nuovo, profetizzandone e anticipandone lo spirito. Interessanti sono i riferimenti al Logos di Dio, all’onnipotenza divina che si rivela nella misericordia, alla tolleranza verso chi ha sbagliato, e al legno dell’arca, che pare quasi accennare al «legno della croce».
Il libro della Sapienza ha impegnato il gesuita Saverio Corradino, filosofo della scienza e biblista, per molti anni: egli non solo l’ha commentato, ma ne ha fornito una nuova versione, più aderente alla forma poetica del testo greco. Ciò impreziosisce l’intero volume, perché il testo acquista una sorprendente immediatezza, che lo vivifica per intero.
La stesura è avvenuta in più tappe. Il commento ai primi 12 capitoli è stato pubblicato sulla rivista Cristiani nel mondo tra il 1979 e il 1981, e viene qui ripreso, mentre l’esegesi degli altri capitoli è stata trovata, dopo la morte dell’A., in tre quaderni autografi. Giancarlo Pani, curatore e coautore del volume, ha organizzato il materiale disponibile, colmandone le lacune, pur senza perderne la coerenza espositiva. Degna di nota è anche la prefazione, in cui si traccia brevemente la genesi e lo sviluppo del termine «sapienza» nel mondo antico.
Ne risulta un libro complesso e profondo, adatto alla meditazione più che a una lettura lineare. Ma è un libro che si rivolge a tutti, o meglio, secondo Corradino, alla coscienza di tutti. I pensieri iniziano, si sviluppano, e poi non si concludono: chi legge è continuamente chiamato a entrare nel testo e invitato a proseguire autonomamente. Non è un caso che una delle peculiari caratteristiche del libro della Sapienza sia la sua particolare ambiguità: nell’interpretare la storia dell’Antico Testamento, sebbene si parli chiaramente ora di Salomone, ora di Israele, del Faraone, di Mosè, di Aronne, essi non vengono mai nominati esplicitamente. Non esistono nemmeno categorie di buoni e di cattivi, di giusti e di empi, di «noi» e di «loro». Ma è interessante la ragione che alla fine rimbalza sul lettore: interrogarsi su dove egli stesso si ponga, da che parte decida di stare. Un modo semplice, ma incisivo, per invitarlo a prendere posizione di fronte alla parola di Dio.
SAVERIO CORRADINO – GIANCARLO PANI
La Sapienza
Palermo, Pietro Vittorietti, 2019, 190, € 13,00.