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ABSTRACT – Il lavoro è un tema centrale nel pontificato di Francesco, il quale, nell’Evangelii gaudium (EG) lo qualifica con quattro termini: «libero, creativo, partecipativo e solidale» (EG 192). La concezione dell’uomo dominante nella visione economica degli ultimi decenni – che è culminata nella crisi finanziaria ed economica del 2007-2008, dalla quale ci stiamo lentamente e con molta fatica risollevando – ha invertito l’equilibrio tra la dimensione oggettiva e soggettiva del lavoro. Prioritario nel mondo della finanza era ed è ancora il raggiungimento dell’efficienza, del risultato, del profitto nel più breve tempo possibile; secondari gli orari di lavoro, la pressione, le responsabilità, anche penali, che finivano per gravare sugli operatori finanziari e sui lavoratori. Il lavoratore viene considerato uno strumento, un mezzo per il raggiungimento del fine ultimo del profitto. All’origine della crisi finanziaria che abbiamo attraversato c’è dunque una profonda crisi antropologica: c’è la negazione del primato dell’essere umano (cfr EG 55).
Per approfondire il tema in una prospettiva universale, ci siamo rivolti al cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale.
Dalla difesa della dignità del lavoratore al rapporto tra lavoro e giustizia, dalla corruzione come male alle forme buone di meritocrazia, dal significato antropologico dei lavori dell’industria 4.0 alla fiducia della Chiesa verso i giovani lavoratori: sono questi alcuni temi affrontati nell’intervista, che fondano la proposta spirituale, antropologica e sociale della Chiesa per il mondo del lavoro.
Essa può agire a vari livelli. In primo luogo, diffondendo la concezione del lavoro propria della sua dottrina sociale, che ritiene il lavoro un actus personae, un’espressione essenziale dell’essere persona. O meglio, con il lavoro la persona, che nella concezione cristiana è aperta al trascendente, si sente partecipe del processo creativo di Dio.
In secondo luogo, la Chiesa deve svolgere una funzione di denuncia dei contesti lavorativi in cui non ci sono condizioni di lavoro che possano definirsi «degne»; di denuncia di tutto ciò che umilia il lavoro e lo nega; di denuncia della cultura dello scarto, per usare le parole di Francesco.
Infine, il lavoro degno va promosso anche nella Chiesa, che è un’importante datrice di lavoro in Italia così come nel resto del mondo (in Australia, per esempio, la Chiesa cattolica è la seconda datrice di lavoro dopo lo Stato). Quindi, è importante assicurare una giusta remunerazione a tutti coloro che lavorano nelle diocesi, nelle parrocchie e, più in generale, nelle strutture della Chiesa cattolica.
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WORK AND THE DIGNITY OF THE WORKER. Interview with card. Peter K. A. Turkson
To elaborate further on the theme of work in a universal perspective, we turned to Cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson, prefect of the Dicastery for Promoting Integral Human Development.
From the defense of the worker’s dignity to the relationship between work and justice, from corruption as evil to the positive forms of meritocracy, from the anthropological significance of the work of industry 4.0 to the Church’s trust in young workers: these are some of the issues addressed in this interview, which are the foundation of the Church’s spiritual, anthropological and social proposal for the world of work.