
|
ABSTRACT – «La Sacra Scrittura è fonte dell’evangelizzazione» e «La Chiesa non evangelizza, se non si lascia continuamente evangelizzare. È indispensabile che la Parola di Dio “diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale”» (Evangelii gaudium, n. 174-175). Le parole di papa Francesco questo accento: non si dà vera evangelizzazione senza la Scrittura. D’altra parte, occorre spiegare come mai la Chiesa abbia «perso» la Bibbia lungo la sua storia. E la ragione non può essere soltanto psicologica, o anche religiosa, di reazione contro la polemica protestante, una ragione che indicherebbe un condizionamento ben grave nei confronti di coloro con cui si discute.
Il ruolo primario della Bibbia era stato già raccomandato dal Vaticano II, ma l’Esortazione del Papa induce a riflettervi con uno spirito nuovo. Ogni pastorale di evangelizzazione non solo deve mettere in primo piano la Bibbia, ma deve anche collocarla in rapporto a quel mondo che siamo noi, le persone con cui trattiamo e la più ampia umanità che si muove intorno a noi e ci avvolge e ci condiziona. Tale preferenza non viene da un’inclinazione volta a dare minore importanza che in passato alla Chiesa istituzionale. Si tratta invece dell’esigenza, chiara e perentoria, di riconoscere in quella comunità di fede che è la Chiesa il luogo in cui si incontra il Signore e in cui si ascolta la sua Parola.
Ma perché la Bibbia occupa, nel nostro sentimento di fede, il primo posto nell’evangelizzazione? Per dare una risposta a questa domanda non si può evitare un tentativo, sia pure faticoso, di mostrare l’attualità della Bibbia per la coscienza dell’uomo d’oggi. Eppure, pur con tutti gli esempi che si possono fare, anche se riuscissero a persuadere gli ascoltatori che il messaggio biblico ha una certa attualità, condurrebbero pure a documentare la tesi opposta, quella della scarsa disponibilità della Bibbia per l’incontro dell’uomo d’oggi con Dio. Se si vuole cogliere infatti il nucleo attuale di ciascuno di quei riferimenti, occorre attraversare una scorza spessa e dura, fatta non solo una lingua diversa, ma anche una mentalità diversa, costumi assolutamente dissimili dai nostri, analogie impossibili, episodi sconcertanti. La mediazione necessaria per superare quello spessore non si riduce al puro fatto della traduzione; o, se si vuole, esige appunto una traduzione che non sia puramente lessicale o grammaticale. Esige una traduzione che collochi ogni pagina biblica nella prospettiva della storia di Israele, e soprattutto la reintegri nella sua propria storia interna, condotta fino al testo così come lo abbiamo sotto gli occhi, l’unico a cui propriamente competa il nome di «Parola di Dio».
*******
THE BIBLE, AND THE EVANGELIZATION OF THE MODERN WORLD
“Sacred Scripture is the source of evangelization” (Evangelii gaudium, n° 174). Pope Francis’ words emphasize the primary role that Sacred Scripture plays in evangelization. Any pastoral care must not only place the Bible at the forefront, but must also consider it in relation to the world today, the people we deal with and the broader humanity which moves around us. All evangelization is founded on the heard, meditated, celebrated and witnessed word of God. «The Church does not evangelize unless she constantly lets herself be evangelized. It is indispensable that the word of God “be ever more fully at the heart of every ecclesial activity”» (ibid).