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ABSTRACT – Nell’opera Apología del cuerpo, Victor Pourcel afferma: «Siamo giunti alla convinzione che, tra tutte le cose della terra, la prima da esporre sia la mistica del corpo, visto che è la più sconosciuta e quella più vicina a noi. Viviamo con il nostro corpo e attraverso il nostro corpo». Il senso di questa mistica rimanda alla relazione con Colui che si è incarnato e ha vissuto in pienezza la corporeità umana. Tuttavia, sebbene questa mistica sia «vicina», in qualche modo continua a essere ancora «sconosciuta».
Ci si chiede allora se il corpo umano possa essere una via di accesso a Dio. E, viceversa, se possa rappresentare un modo con cui Dio comunica con noi.
È il cristianesimo ad aver sollevato tale questione del rapporto del corpo con Dio, nella consapevolezza che Dio stesso si è fatto carne. In questa linea, Ireneo di Lione e Tertulliano si sono opposti allo gnosticismo, che considerava il corpo e la materia cose cattive e spregevoli. Nonostante questa presa di posizione dei Padri, il cristianesimo, sebbene non abbia seguito direttamente le eresie gnostiche, ha mantenuto nella sua riflessione teologica una linea vicina alla teoria metafisica platonica, nella quale si postulava essenzialmente un dualismo tra due mondi: da una parte, quello corporeo e, dall’altra, quello spirituale o metafisico.
Stranamente, è il Vangelo di Giovanni che con il suo linguaggio – soprattutto nel Prologo – e il suo stile vicino all’ellenismo si discosta, in modo freddo e perentorio, da una metafisica dell’immaterialità, affermando che Gesù è il Logos fatto carne. Il termine «carne» designa l’aspetto materiale, più concreto e più fisico, dell’essere umano; indica la realtà intima del corpo, la sua sensibilità e la sua fragilità, con il suo carico di delicatezza e anche di sofferenza. Giovanni ci presenta così la forza di una cristologia e di una teologia che implicano e presuppongono un’antropologia secondo la quale, se Dio è capace di assumere la carne, anche l’essere umano è capace di Dio.
Per Dio, pertanto, la carne, il corpo o la materia non sono cose spregevoli. Egli ha scelto di venire a noi percorrendo la via della carne, di una corporeità che appartiene alla nostra stessa natura. Cristo ha avuto una carne vera e non apparente, mediante la quale è entrato in rapporto con tutti coloro che hanno condiviso quella stessa vita, il momento della morte e anche la risurrezione. In noi, per così dire, Dio scopre il corpo e, al tempo stesso, in lui il nostro corpo viene scoperto. In questo camminare insieme avviene la «scoperta» di una nuova realtà.
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THE BODY AND GOD
In the work Apología del cuerpo, Victor Pourcel states: «We have come to the belief that, among all the things on earth, the first to be exposed is the mystique of the body, since it is the most unknown and the one closest to us. We live with our body and through our body». The sense of this mysticism refers to the relationship with the One who became incarnate and lived the fullness of the human body. One wonders then if the human body can be a way of access to God. And vice versa, if it can represent a way in which God communicates with us. The Author teaches at the Colégio das Caldinhas, in Portugal.