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ABSTRACT – Tra il 20 e il 22 dello scorso aprile è rimbalzata tra le agenzie di stampa e alcuni mezzi di informazione la notizia che il premio Genesis, una sorta di Nobel israeliano, era stato assegnato all’attrice Natalie Portman. La pronta reazione dell’interessata, tramite il suo portavoce ufficiale è stata la seguente: si sentiva di rifiutare il premio, in quanto «i recenti avvenimenti di Israele erano stati estremamente dolorosi per lei». Il riferimento inequivocabile è agli episodi violenti e sanguinosi nella striscia di Gaza. Il fatto non aveva avuto altri sviluppi e tutto era finito lì.
Il piccolo incidente ha però richiamato due avvenimenti diversamente importanti: l’uscita del primo film da regista della Portman, e quella del romanzo autobiografico Una storia di amore e di tenebra, capolavoro dello scrittore israeliano Amos Oz, su cui appunto si basa la pellicola.
Il film, per la sua brevità, mette in luce solo una parte della vita dello scrittore, ma descrive molto bene la società e il clima che si respirava in Palestina negli anni immediatamente prima dell’indipendenza e della nascita dello Stato d’Israele, nel 1948. Ed evoca, ancor più efficacemente, il rapporto che Oz aveva da bambino con i suoi genitori, e soprattutto con la madre, che venne drammaticamente a mancare quando lui stava appena entrando nell’adolescenza.
In Israele la critica ha disapprovato la riduzione del romanzo operata dalla Portman, nonostante la supervisione dello stesso Oz. Certo, il film si gusta se si è stati a Gerusalemme e, soprattutto, se si è letto il romanzo di Amos Oz, che aiuta a riempire di significato i passaggi da un episodio all’altro, i nomi di tanti parenti e amici della famiglia, le citazioni di poesie e brani in prosa, aneddoti o storielle tradizionali. Il romanzo di Oz è al tempo stesso una storia personale e una storia della famiglia dell’autore; la storia di molti ebrei che tornano nell’antica patria dalla Germania, dalla Polonia, dalla Russia o da altri Paesi dell’Est; e quindi la storia di Israele a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso.
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«A STORY OF LOVE AND DARKNESS»
Inspired by a news story – actress Natalie Portman’s refusal of the Israeli “Genesis” award – this article talks about her first directorial film, based on the autobiographical novel A story of love and darkness, a masterpiece by Israeli writer Amos Oz. The short film highlights only a part of the writer’s life, but describes very well the society and the atmosphere which was experienced in Palestine in the years immediately before independence and the founding of the State of Israel. The director evokes very effectively the relationship that Oz had as a child with his parents, and especially with his mother, who dramatically died (she committed suicide) when he was just becoming an adolescent.