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ABSTRACT – L’esplorazione dello Spazio negli ultimi 50 anni ha aperto molte opportunità per il suo sfruttamento. Nazioni ed enti o società multinazionali stanno lavorando per utilizzare i dati che vengono dallo Spazio, offrendo al mondo mappe dettagliate dello sfruttamento della Terra e della disponibilità di risorse.
Si tratta di dati frutto anche del lavoro degli scienziati della Specola Vaticana, la quale nella sua ricerca si è occupata per anni di asteroidi. Si pensa che essi siano frammenti del materiale originario che formò i pianeti del Sistema solare e si ritiene che i meteoriti caduti sulla Terra siano frammenti di tali asteroidi.
Il motivo principale di questa ricerca dunque è quello di comprendere la formazione dei pianeti e quindi la storia dell’evoluzione del Sistema solare. Un’altra motivazione è che alcuni di essi possono essere fortuitamente deviati su orbite che potrebbero interagire con l’orbita terrestre e comportare dei rischi per gli abitanti della Terra. Un terzo motivo è che, in pochi decenni, questi corpi potrebbero diventare nuove fonti di utili risorse naturali. Si conoscono già parecchie migliaia di tali oggetti, ed è attivo un efficace programma di ricerca che mira a tracciare le orbite di almeno il 90% degli oggetti già individuati.
Che tipo di materiali varrebbe la pena ricavare da tali asteroidi? In primo luogo, ferro e nichel, ma con tracce significative di metalli di maggior valore, come oro, platino, rame, argento o zinco: da un asteroide dal diametro di appena un chilometro proverrebbero 100 milioni di tonnellate di ferro; e, supposto un valore di poche centinaia di dollari per tonnellata, è facile concludere che il valore totale sarebbe dell’ordine di decine di miliardi di dollari. In realtà, le più preziose risorse disponibili a breve termine non sono probabilmente i metalli da riportare a Terra, ma piuttosto l’acqua e l’ossigeno, che potrebbero essere usati come carburanti per i veicoli spaziali, e così facilitare l’esplorazione dello Spazio o perfino la vita umana in esso. Questa è la motivazione che oggi prevale nella nascente comunità delle risorse spaziali.
Dobbiamo riconoscere i benefici di tali attività per l’umanità, ma, come ci ricorda l’enciclica di papa Francesco Laudato si’, dobbiamo essere anche consapevoli che essi comportano costi sociali. Nelle conclusioni di un seminario sugli usi pacifici dello Spazio e delle relative tecnologie organizzato nel marzo 2018 dalla Specola Vaticana leggiamo: «Dobbiamo riflettere su come sia possibile trasformare il paradigma dell’economia spaziale da una visione di servizi spaziali costosissimi e di prodotti disponibili solo per pochi a una prospettiva che sfrutti per il bene di tutti la ricchezza di dati e servizi acquisiti dallo Spazio».
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THE PEACEFUL USES OF THE RESOURCES OF THE SOLAR SYSTEM
Space exploration over the past 50 years has opened up many opportunities for its exploitation. Nations, corporations, and multinational companies are working on data from Space to make freely accessible detailed maps of planet Earth and of resources available to the world; in the near future there may also be an active trade in mining minerals from small asteroids which pass near the Earth. We must recognize the benefits of these activities for humanity, but, as Pope Francis’ Laudato si’ encyclical reminds us, we must also be aware that they involve social costs, such as the disruption of third-world economies and unemployment for the unskilled workers.