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Una rivista come La Civiltà Cattolica con i suoi 170 anni compiuti di storia e di impegno culturale è esposta alle sfide del tempo che è chiamata ad abbracciare. Una di queste riguarda il fatto che viviamo in un mondo sempre più connesso. Le soluzioni ai problemi vanno assunte con uno sguardo ampio, che consideri un approccio multilaterale e consapevole delle diverse sensibilità e culture. Da qui lo sforzo di rendere La Civiltà Cattolica una rivista sempre più internazionale nelle firme e nella diffusione. Da alcuni anni ormai gli autori della rivista – tutti gesuiti – provengono da varie nazioni e continenti. In un suo messaggio alla rivista papa Francesco proprio quest’anno ha scritto che dalle sue pagine «si sentono salire le voci di tante frontiere che si ascoltano». E anche in questo senso essa è una rivista «unica nel suo genere».
Nel 2017 poi, in occasione della pubblicazione del numero 4000, accanto alle edizioni in inglese e francese (e in spagnolo, che presto sarà rilanciata) è stata avviata l’edizione in coreano. Nel 2020, anno del 170° anniversario, è nata, lo scorso 20 aprile, l’edizione in cinese. Sabato 7 novembre è uscito il primo numero dell’edizione, cartacea e digitale, in lingua giapponese: ラ·チビルタ·カットリカ. Il primo fascicolo – un numero 0 – è stato presentato a Tokyo, nell’ambito della rassegna Vatican & Japan – 100 Year Project, presso la sede principale del gruppo Kadokawa, che pubblica la rivista. A rappresentare la Compagnia di Gesù è stato il Provinciale dei gesuiti del Giappone, l’argentino p. Renzo De Luca. Il significato della pubblicazione è stato spiegato dal direttore, p. Antonio Spadaro, in un video registrato e tradotto in giapponese.
Il sito web della rivista è all’indirizzo www.laciviltacattolica.jp La versione cartacea sarà stampata bimestralmente. La pubblicazione della rivista è legata a una campagna di crowdfunding che verrà lanciata il prossimo dicembre su A-Port, piattaforma dell’ Asahi Shimbun Group.
«L’idea è nata durante la visita di papa Francesco lo scorso anno – ha dichiarato il direttore della Fondazione Kadokawa, il dott. Yasushi Shiina –, e da subito noi abbiamo colto l’opportunità di offrire ai giapponesi una chiave di lettura del mondo unica, a partire dalla prospettiva universale che si elabora e si sviluppa a Roma, dalla Santa Sede».
Il numero 0 della rivista include la presentazione di p. Antonio Spadaro e una riflessione di p. Renzo De Luca dedicata allo scambio culturale con il Giappone nella stampa dei gesuiti. A seguire due articoli: la traduzione in giapponese di un saggio apparso sulla rivista nel 1942, a firma di p. Pasquale d’Elia, sulla cattolicità della Chiesa romana e il Giappone; e quella di un articolo di p. Toni Witwer sulla figura di Justus Takayama Ukon, daimyō e samurai giapponese durante l’epoca Sengoku (XVI secolo), beatificato il 7 febbraio 2017 da papa Francesco.
Nell’affidare al nostro lettore giapponese La Civiltà Cattolica, confidando nella sua generosa fiducia, pensiamo alla storia del cristianesimo in Giappone, nella quale il ruolo della Compagnia di Gesù è stato molto incisivo, ma anche ai 78 anni di rapporti del Paese con la Santa Sede.
Chiaramente questa dimensione plurilinguistica non lascia immutata l’identità stessa della rivista proprio perché, avendo lettori in altre lingue, le istanze di altri Paesi e culture entreranno a far parte del cuore de La Civiltà Cattolica come mai prima.
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Lo scorso 28 marzo La Civiltà Cattolica ha deciso di lanciare per il tempo del lockdown causato dalla pandemia una nuova newsletter dal titolo «Abitare nella possibilità». Il titolo riprende un verso della poetessa Emily Dickinson (I dwell in possibility). Chiusi in casa, abbiamo vissuto – e continuiamo a farlo in modalità differenti – nella possibilità di un futuro che non conosciamo. Così abbiamo cercato parole per vivere il presente e immaginare il «dopo», e ci siamo rivolti al mondo dell’arte, della letteratura, della musica e del cinema. In realtà non abbiamo mai interrotto la pubblicazione di questa newsletter, che presenta brevi meditazioni a partire da un’opera. Il motto della pubblicazione è quello tanto caro a papa Francesco: Non coerceri a maximo sed contineri a minimo, divinum est, che si potrebbe tradurre: «Non essere costretti dallo spazio più grande, ma essere capaci di stare nello spazio più ristretto, questo è divino». Un motto che ci sembra molto adatto al momento presente, nel quale siamo confinati in spazi ridotti.
Il successo di questa newsletter (circa 8.000 iscritti) ci ha spinti a immaginare un suo trasferimento anche sulla rivista nella sua edizione a stampa. Quindi da questo numero apparirà periodicamente una rubrica dal titolo «Abitare nella possibilità», impaginata a tre colonne, che riporterà una selezione dei contenuti distribuiti via posta elettronica. Confidiamo che i nostri lettori possano apprezzarla nel suo stile immediato e breve, ma anche denso e ricco di spunti di riflessione.
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Presentando queste due novità, riconfermiamo un pensiero che la nostra rivista ben formulava nel 1851, e che resta attualissimo. Si tratta di un criterio guida per noi fondamentale: «Tra chi scrive e chi legge corre una comunicazione di pensieri e di affetti che tiene molto dell’amicizia, spesso giunge ad essere quasi una segreta intimità: soprattutto quando la lealtà da una parte e la fiducia dall’altra vengono a riaffermarla».
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TWO NOVELTIES FOR «LA CIVILTÀ CATTOLICA». The Japanese edition and the column «Dwelling in Possibility»
Our magazine closes 2020 with two important innovations. On Saturday, November 7, the first issue of the magazine in Japanese was published in both a printed and digital format. If we consider the history of Christianity in Japan, in which the role of the Society of Jesus was very incisive, this represents a truly historic passage,. The second innovation is the transference of a successful project conceived for the Internet, to the newsletter entitled «Dwelling in Possibility». Commencing in March at the first peak of the pandemic, this column proposes words with which to live through the «present» and imagine the «afterwards», inspired by the world of art, literature, music and cinema.