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Il contesto dell’articolo. Un recente documento della Commissione teologica internazionale – La libertà religiosa per il bene di tutti. Approccio teologico alle sfide contemporanee – ricontestualizza la dottrina del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo ricorda che il riconoscimento della libertà religiosa operato dal Concilio Vaticano II viene generalmente compreso come una svolta. Ma la relativa Dichiarazione conciliare Dignitatis humanae (DH) del 1965 ha lasciato aperti molti interrogativi.
Per questo gli autori del documento citato, che l’articolo analizza criticamente, osservano alcune novità di contesto rispetto al 1965: la percezione della pluralità religiosa, della pretesa dello Stato di dover essere «neutrale» e delle religioni come qualcosa di «pericoloso».
Il documento, che si presenta essenzialmente come una riflessione teologico-ermeneutica, da una parte, ha come obiettivo quello di entrare in una nuova fase della storia della recezione della Dignitatis humanae; dall’altra, lo esprime sostenendo che la libertà religiosa in realtà va considerata a due diversi livelli, vale a dire come libertà personale e sociale.
Infine, l’articolo offre una nota utile sul carattere peculiare dei documenti della Commissione teologica internazionale. Essi vengono redatti da un gruppo di autori e vanno visti come il risultato di intese. Inoltre tali documenti non rappresentano il magistero episcopale, bensì il magistero accademico. Tuttavia, dal momento che il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ne autorizza la pubblicazione, si pongono a un livello formale più elevato di qualsiasi altro scritto firmato da un gruppo di teologi cattolici. Si può dire che essi hanno un’autorità di orientamento e di guida.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Qual è il significato di una dichiarazione cattolica sulla libertà religiosa per le altre religioni?
- A chi va concessa la libertà religiosa: all’individuo che segue la propria coscienza, o alle religioni come comunità operanti nello spazio pubblico?
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RELIGIOUS FREEDOM CONFRONTING NEW CHALLENGES. 55 years after «Dignitatis humanae»
A recent document by the International Theological Commission recontextualizes the Second Vatican Council’s doctrine on religious freedom. Its authors observe certain new aspects with regard to 1965; for example, the perception of religious plurality; the State’s claim to be «neutral»; and, of religions as something «dangerous». The document reaffirms the Council’s focus on individual conscience. In addition, that not only should spiritual authorities accept religious freedom, but political powers should guarantee it because of the irreplaceably creative and constructive role that religions play in society, by committing themselves to the common good.