Con Le conseguenze (Firenze, Black Coffee, 2023), Manuel Muñoz arriva per la prima volta nelle librerie italiane. Scrittore statunitense di origini messicane, dà voce al mondo negletto della manodopera latina, costituita da immigrati senza documenti, che lavora nella Valley californiana. È la schiera degli invisibili impegnati nella raccolta della frutta – che di quella zona costituisce il contesto economico principale –, sottopagata, sfruttata e tenuta costantemente sotto la minaccia della denuncia alle autorità della cosiddetta Migra.
Composto da 10 racconti, il libro è una rassegna di invincibile e vincibilissima umanità, storie di uomini e donne umili che vivono ai margini della società, la cui esistenza è segnata dalla fatica, spesso dalla violenza e dai soprusi di cui sono vittime, dall’esclusione, dalla scarsa istruzione. Sono i piccoli della storia, che affrontano grandi sacrifici per un futuro migliore. Quel che poteva essere «patetico» è riscattato da una scrittura attenta e sensibile, capace di elevare a universale empatia situazioni altrimenti connotate da una geografia sociale molto precisa, portando alla luce, attraverso i gesti e gli oggetti della quotidianità, ciò che si nasconde o si maschera: attese, timori, ferite indicibili, zone oscure, segreti, miserie. E, al tempo stesso, i sogni e le speranze, anche quando assomigliano a illusioni.
Uno stratagemma narrativo dà profondità alla raccolta: Muñoz ha infatti collegato sottilmente le storie attraverso la ricorrenza, appena accennata, dei personaggi che, dopo essere stati in piena luce in alcuni racconti, compaiono di sfuggita in altri, direttamente evocati da legami di parentela o come «fantasmi». La connessione è gestita con grande equilibrio, senza la rigidità di certi compiacimenti tecnici. Piuttosto emerge l’ordito dell’umano e della realtà più ampia alla quale tutti apparteniamo, nella quale tutti siamo accompagnati, con discrezione, come accade in alcune storie della Bibbia, dove i servitori intercedono, giovani serve parlano delle loro terre, ignoti danno pane o conducono per mano o portano barelle. L’invisibilità delle vite più piccole viene riscattata dalla presenza di testimoni inconsapevoli che pur vedono le fatiche e le aspettative e trovano le parole per dare verità a quel che si vive. E com’è spiazzante la parola, quando è nella lingua della madre e del padre!