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Il testo di teologia morale fondamentale di Regini risponde alle indicazioni conciliari del decreto sulla formazione sacerdotale Optatam totius: «Si dedichi particolare cura a perfezionare la Teologia morale» (n. 16). Dopo alcuni capitoli introduttivi, si delinea un excursus biblico che ripercorre i principali libri dell’Antico Testamento, per sostare poi sulla morale dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo Testamento.
Dalle fonti bibliche alla storia: l’attenzione si volge ai Padri e ai grandi teologi. La riflessione attinge con frequenza a sant’Agostino e, ancor più, a san Tommaso, il cui pensiero viene costantemente richiamato nelle singole tematiche. L’excursus storico non dimentica la fase incentrata sui sistemi morali della teologia morale post-tridentina: probabilismo e dintorni, con relativi protagonisti. Spicca la figura di sant’Alfonso per il suo equilibrio e per l’insistenza sull’insieme della vita morale, innervata dalla prudenza. I limiti manifesti della «casuistica» suscitano già la reazione della scuola di Tubinga, ma il rinnovamento si avrà solo nella letteratura stimolata dal Vaticano II.
Molteplici sono le reazioni alle sfide conciliari. Ne ricordiamo solo alcune. Attingiamo anzitutto al magistero, per sottolineare la rilevanza dell’enciclica Veritatis splendor di Giovanni Paolo II, del Catechismo della Chiesa Cattolica e – sebbene non sia magistero in senso stretto – del documento della Commissione teologica internazionale Legge naturale ed etica universale, al quale attinge volentieri l’autore. Da ricordare, inoltre, l’esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco, che mette in risalto il discernimento.
Tutti i temi della teologia morale fondamentale vengono affrontati in forma specifica e dettagliata. L’autore non teme la diversità di prospettiva tra i singoli studiosi, né tenta di conciliarli, perché la realtà morale è complessa e può essere guardata da angolature differenti. Un’opera così impegnativa, completa e documentata, supera i limiti di un testo scolastico: siamo piuttosto in presenza di un volume di consultazione a cui possono fare riferimento i docenti.
Due osservazioni. La prima riguarda l’«opzione fondamentale», sulla quale si è tanto discusso nel secolo scorso. Di essa esistono due versioni profondamente differenti. La prima, difesa da Josef Fuchs, si ispira alla teologia di Karl Rahner e alla sua concezione del «cristiano anonimo». Essa vede nell’atto morale una dimensione profonda che emana dalla scintilla animae e risponde alla chiamata di tutti, indistintamente, alla salvezza. L’opinione di Fuchs è confinata in una nota a p. 134. L’altra linea di pensiero, che viene sviluppata dall’autore, pone in rilievo l’indirizzo fondamentale che l’agire del cristiano dona, conferma e approfondisce nel suo cammino di fede.
La seconda osservazione è che il volume è sostanzialmente attento al mondo occidentale. Ma la globalizzazione e la correlativa diffusione del digitale hanno superato questi confini. Il fenomeno, in continua e rapida evoluzione, reclama un’impostazione differente della teologia, chiamata a rispondere al nuovo stile di rapporto tra le religioni, all’attenzione rivolta alle persone in ricerca, agli atei. La teologia del domani rileggerà la Bibbia e la Tradizione spinta dalle sollecitazioni del mondo culturale in gestazione: è quanto chiede papa Francesco nella costituzione apostolica Veritatis gaudium del 2017.
MASSIMO REGINI
Vivere in Cristo. Una teologia morale fondamentale
Bologna, EDB, 2018, 384, € 32,00.