RECENSIONE

Armando Matteo

PASTORALE 4.0

Pastorale 4.0

Betty Varghese

Quaderno 4094

pag. 203 - 204

Anno 2021

Volume I

16 Gennaio 2021
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«Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi»: questo detto attribuito ad Einstein esprime uno dei pericoli che l’autore nota nella pastorale odierna, volta a riproporre stancamente formule che non sono capaci di interpellare la vita delle persone. Eppure il magistero di papa Francesco si è più volte espresso in maniera chiara e decisa sulla necessità di trovare strade differenti.

L’autore analizza innanzitutto alcuni passaggi dell’Evangelii gaudium sulla necessità di una «Chiesa in uscita», capace di raggiungere le periferie, e nota come la gran parte degli operatori pastorali non abbia ancora fatto proprie tali indicazioni, limitandosi a riproporre formule stantie.

Dopo aver esaminato alcuni cambiamenti epocali – dalla Baby Boom Generation (1946-64) alla Generation Z (i nati dopo il 1995) –, che hanno visto il sorgere in Italia delle prime generazioni incredule, Matteo propone alcune piste pastorali che possano concretamente tradurre le due linee portanti della sua riflessione. Si tratta anzitutto di non avere timore di annunciare esplicitamente la figura di Gesù e di fare esperienza di lui per mezzo di una lettura integrale del Vangelo e valorizzando la dimensione narrativa della vita di fede, presentando le vicende dei personaggi dell’Antico Testamento (Abramo, Mosè, Elia, Davide ecc.) e dei santi, considerati come esempi di una vita riuscita, da imitare, che aiutano a leggere le problematiche del nostro tempo.

Ciò suppone la presenza di catechisti e animatori adulti nella fede che svolgano questo compito prezioso. La catechesi inoltre sarà efficace se affiancata dalla missionarietà. L’autore propone, ad esempio, che almeno due volte al mese vi sia un incontro con chi si trova nel bisogno, educando alla prossimità, «che è la cifra decisiva di quell’“avere gli stessi sentimenti di Cristo”, cui i sacramenti appunto indirizzano» (p. 107). Educare questa sensibilità significa investire sulla personalizzazione, guardandosi dagli «automatismi sacramentali: la prima comunione a una certa età, la cresima ad un’altra età» (p. 108), per puntare piuttosto a rendere consapevoli – in primo luogo i genitori – del significato di ciò che si sta chiedendo.

Un altro aspetto importante è valorizzare la caratteristica propria dell’età della crescita, la dimensione del sogno, dell’ideale, di un progetto di vita: tutti aspetti fondamentali della vocazione cristiana, che la cultura consumistica e la mentalità del profitto rischiano di annullare.

Un aiuto indispensabile viene da quelle «oasi dello spirito» che sono i momenti di preghiera. A tale riguardo l’autore suggerisce il contatto con un monastero o con una casa religiosa, dove sperimentare momenti comuni di preghiera e di incontri; dare vita a scuole di preghiera con cadenze regolari, educando al gusto della parola di Dio condivisa comunitariamente.

Accogliendo l’invito dell’Evangelii gaudium (n. 87), si tratta anche di valorizzare le nuove forme di comunicazione per «uscire da se stessi e unirsi agli altri». Fra le proposte, troviamo quelle di coinvolgere i genitori nell’animazione della Messa; del canto nella liturgia; di tenere aggiornato il sito della parrocchia; e delle possibilità di scambio capaci di coinvolgere chi ordinariamente non frequenta la chiesa. Matteo auspica che si passi dalla pastorale «dell’imbuto» (che ripete stancamente le medesime formule, lasciando fuori sempre più persone) a quella dell’incrocio (animata dal desiderio di incontrare le persone là dove si trovano).

Queste sono alcune tra le molteplici opportunità suscitate dalla ricchezza di suggestioni del magistero di papa Francesco per una pastorale capace di ridare bellezza e pienezza di vita alla proposta cristiana.

ARMANDO MATTEO
Pastorale 4.0.
Eclissi dell’adulto e trasmissione della fede alle nuove generazioni

Milano, Àncora, 2020, 120, € 13,00.

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