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Dopo aver preso in esame con acutezza e meticolosità sia le lettere inviate da Aldo Moro durante i giorni della prigionia sia alcuni scritti di Enrico Berlinguer, lo storico Miguel Gotor ricostruisce e analizza in questo saggio il periodo che va dal 1896 al 2018. Oltre un secolo, dunque, nel corso del quale l’Italia ha subìto radicali trasformazioni, visto migliorare enormemente il tenore di vita dei propri cittadini, percorso la strada di una risoluta e problematica modernizzazione, e scelto di collocarsi tra i più attivi sostenitori del processo di integrazione europea.
Durante il Novecento, il nostro Paese non è però riuscito a sciogliere alcuni «nodi»: questioni rimaste sostanzialmente irrisolte, che – soprattutto durante le fasi contraddistinte dall’insorgere delle crisi globali – contribuiscono tuttora ad aggravarne gli squilibri e le disuguaglianze. Lo studioso fa il punto sul dibattito storiografico degli ultimi decenni, dimostrandosi capace di depurarlo da ogni aspetto legato all’ideologia e alla militanza politica: ci fornisce così una sintesi vivace e stimolante, in grado di indurre il lettore a riflettere sui non pochi problemi aperti che continuano ad affliggere il presente dell’Italia.
Gotor ripercorre le diverse epoche che hanno caratterizzato la storia degli ultimi decenni del nostro Paese, dalla crisi di fine Novecento ai difficili anni del nuovo millennio, durante i quali l’Italia ha fatto registrare una crescita più bassa rispetto ai suoi concorrenti europei, mentre il fattore di instabilità, costituito per un verso dal gigantesco debito pubblico e per l’altro dall’enorme evasione fiscale, è diventato un pericolo sempre più grave. Una situazione in cui il cosiddetto «modello Amazon», fondato sulla frantumazione e precarizzazione del lavoro, sembra celebrare il suo trionfo.
Considerato invece nell’insieme il secolo che abbiamo alle spalle e di fronte a «nodi», quali la marcata arretratezza della struttura produttiva, il persistente squilibrio del differenziale tra Nord e Sud, nonché l’urgente necessità di ampliare la base democratica dello Stato, l’autore osserva come talvolta sia stata accettata la sfida imposta dalla modernizzazione e siano stati quindi affrontati i relativi conflitti nell’ambito di una società aperta, mentre altre volte si sia optato per una svolta autoritaria di carattere autarchico e nazionalista. Per poi concludere che lo scontro potenziale ma sempre incombente tra queste due eventualità – sorrette dagli interessi economici di classi sociali e blocchi di potere ben riconoscibili – ha costituito una delle costanti della vita pubblica nazionale nell’arco dell’intero Novecento.
Va anche sottolineato come l’autore sia riuscito ad analizzare con lodevole distacco e originalità una serie di fenomeni – dalla strategia della tensione alla violenza politica, dallo stragismo al terrorismo interno e internazionale – che si sono manifestati in particolare tra gli anni Sessanta e Ottanta. Egli scrive al riguardo: «La storia della lotta armata in Italia costituisce una ferita ancora aperta con cui la comunità nazionale non ha saputo finora fare i conti, essendo diffusa la consapevolezza che essa abbia inciso e modificato in profondità la nostra democrazia» (p. 391). Difficile non condividere un simile punto di vista.
In conclusione, Gotor ha elaborato una ricostruzione arricchita sia da una prosa limpida e incisiva sia da continui riferimenti a romanzi, liriche, film, testi teatrali, canzoni, dipinti e sculture. Il risultato è costituito da un’opera pregevole che speriamo susciti l’interesse dei lettori e li spinga a confrontare questa sintesi con le altre numerose interpretazioni dello stesso periodo ormai disponibili.
MIGUEL GOTOR
L’Italia nel Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon
Torino, Einaudi, 2019, XVIII-572, € 22,00.