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Il significato, sul piano teologico, del viaggio di papa Francesco in Iraq nel marzo 2021 emerge con chiarezza solo se collocato nel più ampio contesto teologico, storico e cronologico.
Prima di tutto bisogna considerare che il Papa proviene dal continente con la percentuale più bassa di musulmani, sebbene la patria di Jorge Bergoglio, l’Argentina, sia il Paese latinoamericano dove abita la più grande parte di popolazione musulmana: circa 400.000 persone appartengono all’islam. È un numero considerevolmente maggiore, per esempio, di quello degli ebrei argentini. Papa Francesco ha già portato con sé da Buenos Aires l’amicizia con un importante musulmano argentino: l’ex segretario generale del Centro islamico argentino, Omar Abboud; e ha portato con sé a Roma anche l’esperienza di come l’azione della Chiesa abbia ripercussioni su più livelli, se viene svolta in collaborazione con istituzioni e persone islamiche, esattamente come avviene anche nella collaborazione ebraico-cristiana.
Già dalla Lettera post-sinodale Evangelii gaudium, giustamente percepita come il programma del pontificato, emerge una convincente familiarità cristiano-islamica. Questa ha reso possibile a Francesco fin dall’inizio quell’apertura che si può ben definire «franchezza apostolica» (parrēsia): non annacquare il proprio annuncio nel compromesso, ma presentarlo con convinzione, come pure le necessarie critiche agli altri; ma al tempo stesso parlare in modo…
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POPE FRANCIS TALKS TO MUSLIMS. The significance of his trip to Iraq can only be understood if we put into context
Pope Francis’ meetings with Muslims in Iraq are new steps on the path of dialogue – based on “esteem” – which was promoted by Vatican II. The Pontiff’s steps, which have been in preparation for years, with words and deeds on an affective, spiritual, sociological and theological level, are an appeal for understanding of the other’s pain (Jerusalem) and the exceptional event of common prayer to overcome tribalism (Sarajevo,) the clarification of the role of religion, free from instrumentalization (Baku) and not reduced to the private sphere (Cairo,) and lately the testimony of the human call to universal brotherhood. Francis also showed how the recognition of God’s otherness refers the human person to the fraternal recognition of his fellow human beings. He expressed this recognition in his meeting with Ayatollah as-Sistānī, a Shiite leader who is appreciated for his non-violent stance.