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Si fanno sempre più insistenti, anche per il moltiplicarsi di eventi climatici disastrosi e per il loro allargamento ad aree geografiche da essi in precedenza risparmiate, i moniti a riconsiderare i modelli economici di sviluppo, postulando un uso più consapevole delle risorse naturali e una maggiore attenzione alla tutela ambientale.
In questa corrente di pensiero, sempre più affollata di contributi scientifici, spicca per originalità di approccio questo libro del gesuita Gaël Giraud, che dirige il Programma per la giustizia ambientale della Georgetown University, dove insegna Economia politica.
In questa sua opera, frutto di ricerche e di riflessioni non di breve periodo e sorrette da un’accurata consultazione delle fonti disponibili, l’autore, dopo aver ripercorso i sentieri tradizionali della scienza economica, ne analizza criticamente alcuni aspetti operativi controversi e suscettibili di una loro più adeguata regolamentazione.
Sono queste le prime due parti del libro, da cui emergono sia la convinzione di poter riformulare e riorientare i princìpi economici, rendendoli coerenti con un livello di accresciuta sensibilità sociale ed ecologica, sia la necessità di sgombrare il campo da alcuni falsi miti, o errate concezioni, in tema di mercati di materie prime, di protezionismo, di mobilità del capitale e di velocità delle transazioni finanziarie.
Segue una terza parte, in cui si toccano le problematiche della decarbonizzazione e della correlata necessità di prevedere l’imposizione di una carbon tax e di riconsiderare i modelli economici basati sullo sfruttamento intensivo-esclusivo delle risorse petrolifere.
In questo contesto, in un’ottica di transizione ecologica, si rivela fondamentale la proposta dell’autonomia di superare la dicotomia «beni privati»-«beni pubblici» per approdare alla definizione di «beni comuni», patrimonio della collettività, meritevoli di essere adeguatamente gestiti e tutelati, in una prospettiva di crescita economica virtuosa.
Infine, la quarta parte del libro costituisce il coronamento dell’approccio originale scelto dall’autore, in quanto vengono richiamati gli insegnamenti e gli orientamenti della Chiesa in campo economico-sociale.
Ne scaturisce un quadro di riflessioni in tema di giustizia distributiva – con echi dell’equilibrio kantiano nell’interpretazione dell’economista John Roemer –, che rivalutano il ruolo della carità, pilastro ineludibile della religione cristiana, consentendo di affacciarsi in uno scenario che prevede il superamento della logica del contraccambio, ossia del dono in cambio di dono, per puntare decisamente a quella della gratuità.
Una logica apparentemente utopistica, quella offerta dal Giraud al lettore, ma che in realtà ha già permeato di sé esperienze di successo, dal microcredito ad alcune forme di autogestione e di gestione mutualistica.
Esperienze, queste, che sono accomunate da un fattore essenziale per il loro sviluppo, la fiducia, che sarà altrettanto determinante per una ripartenza dell’economia mondiale all’insegna di un addolcimento delle crescenti disuguaglianze socioeconomiche, così come del prevalere di una cultura della protezione ambientale più efficace e di un uso più consapevole delle risorse naturali disponibili.
GAËL GIRAUD
La rivoluzione dolce della transizione ecologica.
Come costruire un futuro possibile
Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2022, 236, € 16,00.