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Un viaggio speculativo all’interno del messaggio evangelico condotto da un punto di vista ateo, ma che porta l’autore, noto filosofo contemporaneo da sempre interessato al marxismo e al materialismo, a una lettura del dato cristiano tanto originale quanto stimolante.
Questa sua originalità è frutto anche dell’apparato bibliografico del volume in questione, che salta subito all’occhio per la quasi totale assenza di riferimenti bibliografici provenienti dal mondo teologico. Il messaggio evangelico viene analizzato in particolare attraverso gli strumenti di altre due discipline: la filosofia e la psicologia.
Tre sono gli autori principali chiamati in causa per accompagnare passo dopo passo l’indagine. Se due di questi – Georg Willhelm Friedrich Hegel e Jacques Lacan – sono tra i grandi nomi della riflessione occidentale degli ultimi due secoli, il terzo – Gilbert Keith Chesterton – risulta essere quasi un outsider nella riflessione contemporanea.
Il volume presenta nel sottotitolo l’aggettivo «perverso» per definire il messaggio evangelico. Questo termine – provocatorio, ma non posto in maniera ingenua – è il concetto-chiave per comprendere le riflessioni contenute nello scritto. Con questo aggettivo l’autore vuole infatti indicare la non razionalità e al tempo stesso la profonda umanità del messaggio evangelico.
Il termine riesce a mostrare il percorso intrapreso da Žižek: egli osserva che «in tutte le religioni Dio chiede ai suoi seguaci di rimanergli fedeli – solo Cristo ha chiesto ai suoi seguaci di tradirlo per adempiere alla sua missione» (p. 31). Ecco allora che lo scopo del volume sarà capire se questo messaggio sia profondamente perverso, oppure se, proprio grazie a questo carattere, si presenti come un unicum dal profondo potenziale performativo per la persona umana.
L’indagine qui condotta vuole arrivare all’interno del cuore del cristianesimo, al suo messaggio centrale. Questo cammino porta l’autore a delineare tre percorsi distinti, che conducono a un risultato condiviso. Essi sono: la superiorità della religione cristiana, l’impotenza di Dio e la differenza primordiale.
Nel primo percorso, il cristianesimo viene inteso nei termini di una religione superiore, perché è l’unica in cui Dio viene presentato come una figura che dubita e che vacilla di fronte a sé stessa e al suo ruolo. Questa dimensione apre a una spiritualità e a un’universalità del messaggio evangelico originali.
Il Dio rivelato rivela allora anche la sua impotenza, e così si giunge al secondo punto: l’Onnipotente si manifesta come impotente. Questo ossimoro vuole indicare che, nella logica divina, è attraverso la fragilità e la morte che si mostra il loro opposto.
Infine, la differenza primordiale tra uomo e Dio, che consiste in una distanza da sempre presente nelle religioni. Ebbene, questa distanza il cristianesimo la decostruisce, prima eliminandola e poi ripensandola, presentando la rivelazione come manifestatrice non soltanto di Dio, ma anche della figura umana.
Ecco allora che la fede cristiana assume una caratteristica peculiare: non viene intesa semplicemente come atteggiamento fiduciale in un Altro divino, ma anche come consapevolezza dell’impotenza di Dio.
Nelle pagine conclusive, il termine «perverso», attribuito in maniera provocatoria all’atteggiamento del Dio biblico, viene legato alla condizione di paradossalità della persona umana: è solo attraverso una relazione pensata in questi termini che il divino riesce a relazionarsi con l’umano.
L’indagine dell’autore, lungi dall’essere un trattato teologico, ha piuttosto la pretesa di essere una discussione teorica sul cristianesimo, allo scopo di metterne alla prova il potenziale da un punto di vista teoretico. Non è un caso che le ultime pagine dello scritto, quasi come reazione a quanto le ha precedute, siano un commento all’attualità, e vadano così a manifestare la necessità per il sapere – anche per quello su Dio – di doversi calare nel reale, nel mondo.
Scorrendo le pagine, si percepisce di essere a contatto con una versione post-moderna dell’Essenza del cristianesimo di Feuerbach; il presupposto provocatorio del volume si legittima in una ricchezza di stimoli per la riflessione teologica, e non solo.
SLAVOJ ŽIŽEK
Il nano e il manichino. Il cuore perverso del cristianesimo
Milano, Ponte alle Grazie, 2021, 272, € 18,00.