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Questo volume del sociologo Franco Garelli intende presentare, analizzare e commentare i risultati della ricerca sulla religiosità degli italiani che nel 2017 ha coinvolto un ampio campione nazionale (più di 3.200 casi), rappresentativo della popolazione di età compresa tra i 18 e gli 80 anni. L’indagine è nata dalla necessità di aggiornare i dati presentati nel volume La religiosità degli italiani (Milano, Mondadori, 1995).
Sulla base di dati comparabili, il volume legge l’attuale situazione religiosa del Paese 25 anni dopo, in modo da cogliere i cambiamenti intervenuti nel tempo sia nella religiosità popolare, sia nell’intreccio di religione e società. In questo studio i dati empirici sono integrati con le indicazioni provenienti da 164 interviste libere, realizzate nello stesso periodo su una popolazione di diverse età, condizioni sociali e aree geografiche, intese ad approfondire argomenti di particolare rilevanza nel vissuto personale.
Il volume si apre con un’ampia introduzione, che offre un’idea dei principali argomenti che verranno trattati, a partire dal titolo Gente di poca fede, che non ha il significato di un giudizio o di uno stigma, ma di presa d’atto di una condizione comune alle varie confessioni religiose, evidenziando come in ogni Chiesa o confessione «dotata di un’ampia quota di fedeli vi sia un’area grigia della religiosità composta da persone che si situano ai margini di una vita di fede, non eccessivamente coinvolte in un discorso religioso» (p. 22). Questo appellativo «può essere un tratto che accomuna i credenti di ogni confessione religiosa e che esprime la perenne difficoltà della condizione umana a rapportarsi con un grande messaggio religioso» (ivi).
Dal lavoro di sondaggio sulla religiosità degli italiani nell’ultimo ventennio emerge chiaramente il «pluralismo religioso» che caratterizza il panorama del nostro Paese, e quanto l’Italia si stia diversificando dal punto di vista religioso. Un riferimento importante è l’opera I molti altari della modernità. Le religioni al tempo del pluralismo (Bologna, Emi, 2017) di Peter L. Berger, per il quale «il pluralismo è la sfida di gran lunga maggiore per tutte le tradizioni e le comunità religiose del nostro tempo». Berger infatti sostiene che è necessario un nuovo paradigma rispetto a quello della secolarizzazione: «Un nuovo pluralismo deve essere capace di affrontare due pluralismi: la coesistenza di diverse religioni e la coesistenza di discorsi religiosi e discorsi secolari. Tale coesistenza ha luogo sia nelle menti degli individui sia nello spazio sociale» (p. 9).
Il progetto di ricerca alla base di questo lavoro mirava anche ad approfondire alcune questioni emergenti da uno scenario religioso in continuo cambiamento. A esse si riferiscono i capitoli dedicati alla diffusione e vitalità del sentimento religioso, inteso come «rapporto diretto degli individui con il sacro che si esprime per lo più attraverso il linguaggio delle emozioni e sensazioni, da cui traspare la percezione soggettiva della presenza di un Altro che accompagna ed orienta la propria esistenza» (p. 91).
Un altro capitolo è dedicato alle nuove forme di spiritualità di cui si parla molto nelle società occidentali «per indicare una ricerca del sacro fuori dai luoghi convenzionali della religione» (p. 165).
Infine, dopo sette anni di pontificato di Francesco, non poteva mancare un capitolo dedicato a lui, per rilevare il grado di consenso e popolarità che egli riscuote.
FRANCO GARELLI
Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell’Italia incerta di Dio
Bologna, il Mulino, 2020, 264, € 16,00.