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Il volume raccoglie i contributi di colleghi, amici ed ex studenti, offerti in omaggio all’esegeta e docente gesuita Roland Meynet, cui va, tra i vari meriti, quello di aver sistematizzato e spiegato i fondamenti teologici e letterari del metodo della retorica biblica e semitica. Tale metodologia dona un nuovo slancio interpretativo ai testi biblici, restituendoli alle loro originali modalità semitiche di espressione.
Gli editori del volume hanno sapientemente costruito la polifonia degli articoli sul tema conduttore della filiazione. È il card. Luis Ladaria, nella presentazione, che ricorda le motivazioni di questa scelta: «La filiazione divina dell’uomo, e dunque la paternità di Dio sono temi assolutamente centrali nella Bibbia e nella tradizione cristiana e sono stato oggetto delle ricerche del p. Roland Meynet» (p. 7).
Inoltre, proprio a partire dal tema biblico fondamentale della filiazione è stato possibile aprire nuovi spazi al volume, arricchito con articoli di studiosi di differenti discipline nell’ambito delle scienze umanistiche occidentali e orientali. Da qui il sottotitolo, che ne evidenzia il respiro transdisciplinare: entre Bible et cultures, il mistero della filiazione «tra Bibbia e culture».
Dopo la presentazione e la lista delle nutrite pubblicazioni di Meynet, la prima sezione è interamente dedicata alla Bibbia. Eppure, aprono e chiudono, a mo’ di inclusione, due articoli scritti non da biblisti: uno di indole psicoanalitica, sui rapporti generativi di coppie emblematiche nella Scrittura (Adamo ed Eva, Abramo e Sara, Maria e Giuseppe), a cura della psicoanalista francese Marie Balmary; l’altro, di profonda indole teologica, sul mistero filiale di Gesù partecipato all’umanità, a cura del teologo Amaury Begasse de Dhaem.
Per l’Antico Testamento, Pietro Bovati riflette sulla paternità di Dio come metafora più alta per descrivere il rapporto tra il Signore e Israele, mentre altri due esegeti contemplano la relazione filiale dal basso: André Wénin, editore del volume, con un’analisi retorico-narrativa della generazione dei figli di Giacobbe, vista dalla prospettiva delle madri Lia e Rachele; Luisa Maria Almendra nell’atteggiamento paterno di Giobbe, che intercede ora per i figli ora per i suoi amici all’inizio e alla fine del libro omonimo.
Per il Nuovo Testamento, tre articoli sono riservati al Vangelo di Matteo, mentre altri tre entrano nell’ambito della letteratura giovannea. Per Matteo, Francesco Graziano sviluppa l’enigma della discendenza messianica secondo il suo Prologo e il suo Epilogo; Roberto Di Paolo contempla il dono della figliolanza divina nella risurrezione secondo l’unità letteraria di Mt 22,15-40; e Massimo Grilli, altro editore del volume, si concentra sul «Discorso ecclesiale» di Mt 18, in cui la comunità è vista come «comunione» di persone fondata sulla «fratellanza» e la «piccolezza».
Per il secondo ambito, Yves Simoens riflette su un tema portante del quarto Vangelo: la fede nel Figlio, nella lettura dei capitoli 4–6; un capitolo della tesi di Jacek Oniszczuk (morto prematuramente prima di poter completare il suo lavoro di autore ed editore) analizza la sezione centrale della Prima lettera di Giovanni, concentrandosi sull’opposizione tipologica tra Caino e Gesù; Javier López espone i mezzi attraverso cui i cristiani possono godere del dono della filiazione divina, partendo dalla struttura letteraria di Ap 21,1-8.
La seconda sezione dischiude il tema ad altri contesti culturali. Per l’Occidente, il monaco Gérard Joyau mette in luce, attraverso le potenzialità offerte dal metodo retorico, l’essenza della Regola di san Benedetto: l’imitazione dell’obbedienza filiale di Gesù. Altri due articoli sono di indole pedagogico-letteraria: Pierre Magnard riflette sul ruolo paterno nella formazione intellettuale e morale di Michel de Montaigne e Blaise Pascal; Laurent Susini studia due sequenze del romanzo di Fénelon, Les aventures de Télémaque, scritto per l’educazione dei prìncipi.
Gli ultimi contributi si trasferiscono in Oriente. Esordisce il mondo coranico, con lo studio retorico semitico di Michel Cuypers a proposito dell’iscrizione del fregio interno della Cupola della Roccia; Benoît Vermander si inoltra nello studio della pietà filiale in Cina secondo la prospettiva di Confucio, Mencio e Laozi; Jacques Scheuer paragona una parabola buddista nel Sutra del Loto della Buona dottrina con quella del Padre misericordioso del Vangelo di Luca.
Il volume offre quindi impulsi stupendi per la riflessione su una dimensione essenziale dell’umano e del suo rapporto con il divino. Ha permesso, inoltre, di innescare nelle sue pagine un fruttuoso dialogo tra diverse forme e latitudini di pensiero. Tutto questo, prendendo le mosse dalla metafora e dal linguaggio biblico, che hanno voluto esprimerci il mistero stesso di Dio: mistero e dono di filiazione.
Filiation, entre Bible et cultures. Hommage à Roland Meynet
a cura di MASSIMO GRILLI – JACEK ONISZCZUK – ANDRÉ WÉNIN
Leuven – Paris – Bristol CT, Peeters, 2019, 426, € 54,00.