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Quando la psicologia si occupa di tematiche religiose, concentra prevalentemente l’attenzione sugli aspetti patologici o ritenuti tali. È un approccio acritico, spesso viziato dal pregiudizio nei confronti della religione, stigmatizzato dall’autore, che mostra come psicologia e religione possano interagire e fornire un contributo prezioso all’analisi delle questioni ultime e perennemente irrisolte.
Facendo riferimento a una serie di ricerche di autorevoli studiosi, p. Cucci dimostra l’importanza dell’interazione fra psicologia e fede religiosa e i limiti di un approccio teso a escluderla. Terreno di confronto sono lo sviluppo morale, la conversione, la mistica, il peccato e la morte, tematiche che riconducono alle domande su Dio e riguardano anche chi giunge alla sua negazione.
Un’etica laica totalmente autonoma da elementi religiosi, come quella propugnata dal contrattualismo filosofico, può essere sufficiente per costruire un contesto di giustizia sociale ispirato al bene comune, ma non coinvolge la sfera dell’interiorità della persona e del suo cuore. Una morale priva di religione non è concepibile, perché qualsiasi scelta etica ha una connotazione religiosa.
La conversione morale ha elementi in comune, ma anche profonde differenze rispetto a quella religiosa: tema poco approfondito dalla psicologia o analizzato alla luce dell’influenza del contesto sociale in cui vive il soggetto e del suo livello di salute mentale. Punti di osservazione che escludono aspetti peculiari, come emerge da ricerche più accurate citate nel testo. Casi di conversione si verificano anche in contesti sociali laici e, soprattutto, in maniera inaspettata e improvvisa per il soggetto. Per questo la conversione viene paragonata all’innamoramento, e in quel «lasciar-essere», come lo definisce l’autore, nell’abbandonarsi a Dio sta la differenza dal dover essere, ossia dalla volontà di agire propria della conversione morale.
Un altro terreno di confronto (e di scontro) è la mistica. In passato la psicologia e la psichiatria hanno liquidato l’estasi mistica come disturbo della personalità. Ma analisi più approfondite hanno colto la complessità del fenomeno, contribuendo a individuare casi autentici, come quelli di Teresa d’Àvila e di Ignazio di Loyola, con le peculiarità dell’estasi mistica e gli elementi che la differenziano dalla crisi depressiva. L’interazione con la religione appare indispensabile anche su questo tema, perché solo una chiave di lettura interdisciplinare può consentire di indagare un fenomeno così complesso e fornire gli strumenti per decifrarlo.
La seconda edizione di questo libro è stata ampliata con altri due capitoli sul senso di colpa e senso del peccato e sulla morte. Il senso di colpa (non esclusivamente morale) viene percepito come fonte di angoscia e di dolore, dovuto spesso a un fallimento. L’analisi interdisciplinare dell’autore confuta questa concezione, perché l’incapacità di sperimentare la colpa e la negazione sono tipiche di soggetti con disturbi della personalità. Il senso di colpa, analizzato con un’ottica religiosa, è un importante campanello di allarme che può portare al riconoscimento del male compiuto. Riconoscere la propria responsabilità davanti a Dio segna il passaggio al senso del peccato, associato a una dimensione trascendente, all’immagine di Colui che è stato offeso e al quale chiedere il perdono.
La società contemporanea tenta di rimuovere tutto ciò che è fonte di angoscia, come l’idea della morte, che però riemerge in vari campi della cultura e si esprime in diverse manifestazioni, in quanto è parte della vita, anche se la più dolorosa e drammatica. La perdita di una persona cara segna un punto di non ritorno per ogni individuo (credente o ateo). Un’esperienza che sconvolge l’esistenza e il mondo interiore, ma da cui, paradossalmente, può iniziare una rinascita. Questo è possibile attraverso un percorso complesso e difficile, come insegnano le esperienze di soggetti che imparano ad accettare il limite ineluttabile della dimensione umana e la sua precarietà e a mettere in atto la forma suprema di amore che non contempla il possesso. Un percorso in cui si incrociano psicologia e fede.
GIOVANNI CUCCI
Esperienza religiosa e psicologia
Torino, Elledici, 2017, 432, € 22,50.