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«L’ombra sua torna, ch’era dipartita»: si potrebbe ricorrere a questo verso dantesco, riferito a Virgilio dai poeti del «nobile castello», per parlare del ritorno, a partire dal settembre 2020, dell’educazione civica, che era stata introdotta da Moro nella scuola italiana. Questo evento, a dire il vero ancora un poco umbratile, a causa degli effetti prodotti dalla pandemia in corso, è reso possibile dalle «Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica», allegate al decreto ministeriale del 22 luglio 2020, in attuazione della legge 20 agosto 2019, n. 92.
Un’articolata ricostruzione delle implicazioni teoriche, storiche, sperimentali e pratico-pedagogiche relative al percorso accidentato che riguarda l’educazione civica, a partire dal voto unanime dell’Assemblea Costituente e dal Dpr di Aldo Moro del 1958 fino ai giorni nostri, si trova in questo volume collettaneo, concepito nel 2017 da Luciano Corradini e Giuseppe Mari.
Il volume da loro introdotto e curato, è giunto in tipografia nelle penultime fasi del dibattito pedagogico-didattico e dell’elaborazione parlamentare della citata legge n. 92, in cui è confluita anche la proposta di legge d’iniziativa popolare, promossa dall’Associazione italiana comuni italiani (Anci), che ha raccolto oltre 100.000 firme. Si è così assemblato in poco tempo, e con la quasi unanimità delle forze politiche, un testo di legge che quanto meno ha sbloccato una situazione imbarazzante.
Nel libro, che a questo punto aiuta ad analizzare e ad attuare la legge, interagiscono diversi contributi di carattere giuridico, pedagogico, didattico e diverse esperienze ragionate, condotte in alcune scuole statali e paritarie del primo e del secondo ciclo, delle province di Brescia, di Roma e di Reggio Calabria.
Mari, prestigioso professore di Pedagogia generale nell’Università Cattolica, morto improvvisamente alla vigilia delle bozze, rintraccia nel pensiero classico il rapporto fra scuola, cittadinanza e democrazia, e riconosce come preminente, per un’aggiornata educazione civica, vissuta nell’interazione fra docenti, dirigenti, studenti e genitori, la valorizzazione di un orizzonte comune verso cui orientare il confronto tra le molteplici diversità che caratterizzano il nostro tempo.
Corradini, emerito di Pedagogia generale nell’Università di Roma Tre, già vicepresidente del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione (Cnpi) e coordinatore di quattro gruppi di lavoro su questa materia per incarico di diversi ministri, nel suo ampio capitolo introduttivo, intitolato «La difficile cittadinanza della Costituzione nella scuola», ripercorre con analisi puntuali le luci e le ombre, le ragioni e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’educazione civica, nella normativa e nella prassi.
Il libro riprende il tema del Convegno promosso dall’Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti, dirigenti, educatori, formatori) a Catania nel 1957, che aveva per titolo «L’educazione civica dei giovani e l’insegnamento della Costituzione». Il decreto Moro del 1958 aveva recuperato questa preziosa distinzione e integrazione fra insegnamento disciplinare ed educazione, includente conoscenze, atteggiamenti e comportamenti. La si è persa poi negli anni successivi, nei quali il Ministero diede spazio alle «educazioni» (salute, sviluppo, pace, intercultura, cittadinanza ecc.), dimenticando di dare dignità curricolare, nell’ambito delle materie d’insegnamento, alla Costituzione, che è radice, benché non esaustiva, dei valori e delle conoscenze di cui vive una scuola degna di questo nome.
Argomentando in difesa di un et-et, tra disciplinarità e trasversalità e conoscenze e competenze, il libro aiuta a rendere fra loro coerenti e praticabili le leggi e le scelte amministrative e didattiche, che sono state in parte anticipate dalle esperienze citate.
Educazione alla cittadinanza e insegnamento della Costituzione
a cura di LUCIANO CORRADINI – GIUSEPPE MARI
Milano, Vita e Pensiero, 2019, 224, € 18,00.