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La riflessione sul tema del discernimento ha ricevuto certamente un forte impulso da papa Francesco, il quale nell’Esortazione apostolica Amoris laetitia (2016) ha dedicato a esso un ampio spazio (cfr nn. 291-306). Il presente volume raccoglie gli Atti del XXVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, svoltosi a Bose dal 5 all’8 settembre 2018. I contributi dei relatori spaziano dalla Sacra Scrittura e dall’età antica a problematiche dell’epoca moderna, a volte drammatiche.
Gettando uno sguardo panoramico sulla Bibbia, Enzo Bianchi rileva che l’Antico Testamento mette davanti all’uomo la scelta fra il bene e il male, e il Nuovo Testamento invita a discernere i segni dei tempi (cfr Mt 16,3). Occorre riconoscere innanzitutto Gesù come Signore e porre l’accento sul discernimento personale ed ecclesiale, come si evince dagli Atti degli Apostoli.
Filofej (Artjušin) parla del discernimento in san Paolo, soprattutto in riferimento alla Prima lettera ai Corinzi: da una dimensione personale esso diventa una prassi comunitaria. Irenei (Steenberg) mostra come Ireneo, nella sua polemica antignostica, metta in evidenza il discernimento operato della Chiesa in quanto corpo di Cristo. Epiphanius di San Macario considera il discernimento la più grande virtù dei Padri del deserto, in particolare nella lotta contro le tentazioni. Aleksey Fokin spiega che per Giovanni Cassiano esso ha tre caratteristiche: capacità di discernere gli spiriti, capacità di distinguere i pensieri e capacità di mantenere la giusta misura in tutte le azioni. Michel Van Parys mostra come, nel pensiero di san Benedetto, l’abate sia l’istanza suprema del discernimento personale e comunitario della volontà di Dio. Paul Gavrilyuk afferma che Giovanni Climaco nella Scala delinea il discernimento come la comprensione sicura della volontà di Dio attraverso vari stadi, l’ultimo dei quali si riferisce alla percezione spirituale; anche in questo caso il ruolo essenziale è quello svolto dalla grazia divina.
Altri contributi riguardano l’epoca moderna. Per Patriciu Vlaicu, il principio teologico dell’economia si manifesta come frutto del discernimento ecclesiale. A proposito del rapporto fra ortodossi e antiche Chiese orientali, e in particolare dell’accoglienza del Concilio di Calcedonia, Vassiliki Stathokosta sottolinea l’importanza del discernimento nell’affrontare le differenze teologiche.
John Erickson riflette su storia e memoria, sostenendo la necessità di discernere vie che conducano al perdono e alla riconciliazione per mezzo della grazia. Aleksandr Mramornov parla del Concilio di Mosca del 1917-18 – rimasto incompiuto a causa della rivoluzione bolscevica –, nel quale si cercò di discernere il senso del presente con una tensione verso il futuro. Daniela Kalkandjieva mette in risalto l’opposizione della Chiesa ortodossa bulgara alla persecuzione degli ebrei negli anni 1940-44. Porphyrios Georgi illustra il discernimento della volontà di Dio operato dalla Chiesa ortodossa di Antiochia durante la guerra civile in Libano (1975-90).
Dal punto di vista psicologico e di una sana formazione della persona, Kyriaki Karidoyanes FitzGerald evidenzia l’amore divino come fonte di terapia e di discernimento, frutto dello Spirito. Per Irina Paert, che indaga il fenomeno dei «giovani starcy» nella Chiesa ortodossa russa, occorre rivolgere l’attenzione alle varie fonti del discernimento spirituale, dono di Dio da comunicare agli altri. Theodosios Martzouchos considera il discernimento un aiuto per far crescere le forze in ordine all’amore per Cristo. John Chryssavgis mostra il legame inscindibile tra discernimento e umiltà. Infine, John Behr afferma che il fine del cristiano è di comunicare alla passione di Cristo mediante una vita capace di discernere con amore e libertà.
Discernimento e vita cristiana
a cura di LISA CREMASCHI – ADALBERTO MAINARDI
Magnano (Bi), Qiqajon, 2019, 450, € 35,00.