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Questo ponderoso volume sulla pittura tardomedievale romana conclude la serie del piano dell’opera relativo al Corpus sulla pittura medievale a Roma (312-1431), comprendente sei volumi curati da Serena Romano su un ampio excursus tematico e cronologico dell’argomento. La parte, invece, relativa a un’analisi capillare di Roma – Atlante-percorsi visivi – è a cura di Maria Andaloro.
L’intero progetto, ideato e diretto da entrambe le studiose, costituisce una sfida scientifica di grande elevatura, coinvolgendo a sua volta il contributo di selezionati specialisti d’arte medievale, che garantiscono la serietà di ogni dato fornito. Basti pensare che solo in questo volume sono affrontate opere d’arte che sono state realizzate a Roma nell’arco di quasi due secoli e che comprendono nomi di artisti di prima grandezza: da Giotto a Masaccio.
La presenza di Giotto a Roma, e in particolare nella Basilica vaticana, costituisce forse il momento più alto della produzione figurativa in assoluto, come fa notare giustamente l’A. Al cardinale Jacopo Stefaneschi viene ricondotta l’abile azione di mecenatismo nei confronti del più apprezzato pittore del momento. Il cardinale invita Giotto a Roma e gli affida tre importanti incarichi, molto costosi secondo il Liber anniversariorum della basilica: 500 fiorini per gli affreschi dell’abside, 800 per il polittico, e ben 2.200 per il mosaico della Navicella, sulla facciata orientale dell’atrio.
La qualità stilistica delle opere catalogate è certamente notevole: basti pensare alla decorazione ad affresco della navata e della controfacciata di Santa Cecilia in Trastevere, del 1293 circa, di Pietro Cavallini e bottega (Giesser, pp. 80-92), opera capitale che getta «una nuova luce sulla questione dei rapporti tra Roma e il cantiere di Assisi» (p. 85).
Nel volume sono state inserite anche le schede di numerosi fragmenta picta, che costituiscono nel loro insieme eterogeneo – Madonne, Santi e porzioni pittoriche con decorazioni di vario tipo – il vivace tessuto iconografico e stilistico che ha reso caratterizzante in modo speciale la pittura a Roma nell’arco di questi due secoli.
C’è anche la scheda della Madonna della Strada (Sgherri, pp. 302 s) nella Chiesa del Gesù, icona per la quale sant’Ignazio di Loyola e i gesuiti hanno sempre avuto una grande devozione. Tradizionalmente essa viene attribuita alla bottega del Cavallini; scopriamo, invece, che l’autore dovrebbe essere un certo «Lello», pittore napoletano, attivo nei primi decenni del Trecento, che nel suo soggiorno romano porta con sé lo stile figurativo della Napoli angioina, collegato alla corte francese, come si nota anche nelle altre opere a lui attribuite: le Storie di S. Benedetto a Sant’Agnese fuori le mura e le tavole con Santi a San Francesco a Ripa.
Le belle immagini e la presenza anche di manufatti di minor pregio ma utili per la storia medievale di Roma rendono questo volume, destinato prevalentemente agli studiosi, apprezzabile anche da parte di un vasto pubblico.
SERENA ROMANO
Apogeo e fine del Medioevo
Milano, Jaca Book, 2018, 420, € 170,00.