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ABSTRACT – Di recente abbiamo ripercorso le tappe della crisi degli abusi sessuali da parte di membri del clero e della risposta della Chiesa nel corso degli ultimi pontificati.
In questi anni nel frattempo sono stati già sviluppati alcuni «modelli» di risposta efficace. Interessante in particolare un recente documento della Conferenza episcopale canadese (Protecting Minors from Sexual Abuse), che analizza in profondità gli effetti degli abusi sulle vittime e sulla comunità ecclesiale, delinea il modo corretto di rispondervi da parte dei vescovi e della comunità stessa e formula le «Linee guida» per le procedure giuridiche e pastorali da seguire nei casi di abuso. La prima parte del testo si apre con una serie di 9 lezioni che non vanno dimenticate, formulando, per ognuna di esse, una serie di «raccomandazioni e punti per l’azione» molto precisi e concreti.
Ci si attende che in ogni diocesi siano designate persone precise e siano formulate procedure ben determinate per provvedere a ricevere le segnalazioni pertinenti a casi di abuso o situazioni di rischio e trattarle adeguatamente, come pure per procedere alle indagini preliminari e poi all’eventuale svolgimento dei procedimenti processuali. Molte diocesi hanno già fatto esperienze importanti e sviluppato modelli significativi in queste direzioni. In Italia, possiamo citare come esempio la diocesi di Bergamo, dove è stato costituito uno specifico Ufficio di curia, denominato «Servizio diocesano per la tutela del minore».
È evidente che solo poche diocesi ben strutturate e dotate di risorse possono operare al meglio. Ciò mette in luce la necessità della collaborazione fra le diocesi e le istituzioni ecclesiali, abbandonando campanilismi miopi e pericolosi e sviluppando il gusto di lavorare e camminare insieme.
Essendo la protezione dei minori un campo di impegno che si è sviluppato molto negli ultimi vent’anni, bisogna formulare e organizzare nuovi curricoli formativi adeguati. Le iniziative non sono mancate. Ma in vaste aree del mondo – povere di esperienza, di risorse e di competenze utili – ciò continua a essere molto difficile. Proprio per rispondere a questa necessità è sorto, nel 2012, presso la Pontificia Università Gregoriana, il Centro per la protezione dei minori (Center for Child Protection, CCP).
Nella Chiesa cattolica universale esiste dunque una grande ricchezza di esperienze, idee, programmi, cresciute secondo lo spirito dei 3 principi della responsabilità, il “dover rendere conto” e la trasparenza (responsibility, accountability, transparency). L’Incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali del prossimo febbraio sarà un’occasione preziosa per fare passi decisivi su questa via, sia per chi è «al centro», sia per chi è nelle «periferie».
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PROTECTION OF MINORS: FROM AWARENESS TO COMMITMENT
In a previous article we summarized the main stages of the development of the clerical sexual abuse crisis and the responses by the Church to it during the last two decades; here, some examples of effective response are introduced. First of all, the article presents a recent document by the Canadian Conference of Catholic Bishops. It analyzes in depth the effects of abuse on the victims and on the ecclesial community, outlines the correct way for bishops and the community itself to respond, and formulates guidelines for legal and pastoral procedures to follow in abuse cases. The article goes on to describe the organization of the “Diocesan service for the protection of minors” in the Italian diocese of Bergamo. Finally, the specialized training activity of the Center for Child Protection of the Pontifical Gregorian University is described.