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Il contesto dell’articolo. Dalla prima domenica di Avvento si è iniziata a usare la terza edizione italiana del Messale Romano, approvata dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in data 16 luglio 2019, dopo un lungo lavoro di traduzione e di revisione durato 18 anni. Arriva, anche, a 50 anni dalla Riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo offre un’analisi di insieme delle modifiche apportate e del loro criterio. Si è scelto generalmente di non intervenire sulle risposte del popolo che già sono entrate in una certa familiarità, e per lo stesso motivo di non modificare le orazioni delle principali solennità, i cui testi ormai appartengono alla tradizione affettiva dell’assemblea celebrante. In altre parti si è operata, invece, una manifesta discontinuità con la precedente edizione. Tra queste, già piuttosto noto e commentata, la variazione del «Padre nostro», alla quale dunque l’articolo dedica solo un breve commento.
L’articolo poi offre alcune valutazioni di ordine teologico pastorale. La nuova edizione italiana del Messale Romano può essere un’opportunità per rievangelizzare e aiutare l’assemblea celebrante ad attingere a quella sorgente di vita e di luce che è la liturgia in ordine al cammino di fede di una comunità. Se abbiamo recuperato con frutto la pratica della lectio divina, aprendo ai fedeli la ricchezza della parola di Dio, possiamo «riscoprire» una lectio liturgica.
Il Messale non è il libro esclusivo del sacerdote, ma appartiene alla Chiesa orante, ossia alla comunità: esso deve diventare strumento di preghiera e di contemplazione e dischiudere a tutti la ricchezza della tradizione eucologica della Chiesa, affinché da questo tesoro si possano estrarre «cose antiche e cose nuove», per rendere sempre di più lode a Dio in un autentico «rendimento di grazie».
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Perché è stata aggiornata l’edizione italiana del Messale romano?
- Quali sono i cambiamenti più significativi e quali i criteri applicati?
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THE THIRD ITALIAN EDITION OF THE ROMAN MISSAL
The new Italian edition of the Roman Missal could offer an opportunity to re-evangelize. In addition, it offers help to the celebrating assembly to draw from that source of life and light that is the liturgy for the faith journey of a community. Though the ritual form has not changed, its pastoral effectiveness must increase through the care for rituality and thanks to the art of celebrating. The Missal must become an instrument of prayer, of contemplation and disclose to us the richness of the euchological tradition of the Church. Then, from this treasure, «old things and new things», to give more and more praise to God in an authentic «thanksgiving» can be extracted.