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Il contesto dell’articolo. Dopo 31 tornate negoziali durate nove anni, dal 15 novembre scorso è stata definita la zona di libero scambio commerciale più grande al mondo, il Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep). Con esso Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e le 10 nazioni associate del Sud-Est asiatico hanno costituito un mercato comune per i loro prodotti.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo analizza innanzi tutto i termini e il contesto socioeconomico dell’accordo. Queste economie generano il 30% della produzione economica mondiale e compongono un mercato di circa 2 miliardi di persone. Poi si considera il ruolo di leadership che la Cina mostra di voler tenere: sembra innegabile che in questo modo il Paese governato da Xi Jinping migliori la propria posizione egemonica in Asia. Ma non vanno dimenticate aspettative e interessi degli altri Paesi dell’area, in particolare Giappone e Corea del Sud, che sulla carta dovranno portare la Cina a «venire a patti» su alcune questioni.
Infine, l’autore valuta alcune possibili conseguenze economiche e politiche per gli altri Paesi del mondo non inclusi nell’accordo, in particolare soffermandosi sulla posizione di India, Stati Uniti e Unione europea. Il Rcep avrebbe potuto coinvolgere ulteriori 1.400 milioni di persone se l’India non avesse preferito restarne fuori, accettando un rischio considerevole. Tuttavia i contraenti hanno lasciato la porta aperta. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, che rappresentano il 25% dell’economia mondiale, l’amministrazione Trump uscente sta finendo di sistemare i pezzi sulla scacchiera che Biden erediterà. Il lavoro di ricostruzione del nuovo presidente appare molto complesso.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Gli Stati Uniti hanno perduto irrimediabilmente la leadership nella regione Asia-Pacifico?
- La Rcep significa l’inizio di una nuova fase della globalizzazione, guidata da Cina, Giappone e Corea? E con quale modello sociale?
- Che conseguenze avrà l’accordo asiatico sull’economia europea?
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FOUNDED IN ASIA: THE LARGEST AREA OF FREE TRADE IN THE WORLD
China, Japan, South Korea, Australia, New Zealand and 10 Southeast Asian nations have formed a common market for their products. These economies generate 30% of the world’s economic output and compose a market of about 2 billion people. It seems undeniable that in this way China improves its hegemonic position in Asia. The Indian economy has remained, for now, on the sidelines. Analysts believe that with this agreement Beijing aims to revise the world order. According to the recently elected president Biden, the United States, which represents 25% of the world economy, must establish the rules to be followed in the future, in so doing countering the Chinese initiative.