LA LIBERAZIONE DAL MALE
Il Padre nostro e il Salmo 22
|
Nella versione italiana del Padre Nostro, è stata riformulata la petizione relativa alla tentazione: invece di «Non indurci in tentazione», diciamo «Non abbandonarci alla tentazione». Questa scelta, dovuta a preoccupazioni pastorali (perché non si pensi che Dio voglia «indurci» a peccare), incoraggia la riflessione sul significato delle parole della preghiera che Gesù ha insegnato (per san Luca, su richiesta di un discepolo; per san Matteo, in un lungo sermone impartito sul monte).

Andrea Mantegna, “Gesù nel Getsemani” (particolare)
Chi chiede di non essere abbandonato alla tentazione pensa a qualche prova specifica? A tentazioni e prove della vita? Oppure a un grande male e a una grande tentazione finale? La richiesta di essere liberati dal male è diversa da quella relativa alla tentazione, oppure è una specificazione di tale petizione? Qual è il male da cui chiediamo di essere liberati? Si tratta sempre e per tutti dello stesso male, oppure esso assume forme diverse, secondo i tempi e le circostanze, per singole persone e determinati gruppi? Perché il Signore dovrebbe abbandonarci, o condurci, nella prova? Piuttosto, non dovrebbe egli, che è un Padre buono, impedire la tentazione, oltre che liberarci da ogni forma di male, comprese le pandemie e le guerre?
Tentazione e liberazione dal male
La versione breve del Padre Nostro nel Vangelo di Luca, a differenza di quella lunga del Vangelo di Matteo, si conclude con la richiesta di non essere condotti in tentazione, o di non essere abbandonati alla tentazione, secondo la formulazione di questa richiesta nella traduzione della Bibbia Cei del 2008, adottata dal nuovo Messale Romano e nella recita comunitaria del Padre Nostro.
Una richiesta simile ricorre nell’episodio del Getsemani, quando Gesù invita i discepoli – che non riescono a stare svegli con lui – a pregare «per non entrare in tentazione». Al Getsemani, inoltre, Gesù si rivolge al Padre con l’invocazione della versione breve del Padre Nostro…
Per leggere l’articolo integrale, acquista il quaderno 4129.
ABSTRACT – Nella preghiera del Padre Nostro c’è una petizione che costituisce da tempo un motivo di disagio pastorale. Ci riferiamo all’espressione: «E non c’indurre in tentazione». A causa di una traduzione dal latino fin troppo letterale, Dio risulta così...