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Il contesto dell’articolo. Il mondo della scuola, con speranza e qualche preoccupazione, è ripartito in presenza dopo il tempo della «didattica a distanza» (DAD) vissuto dallo scorso marzo a causa della pandemia.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo ricorda brevemente che nel tempo estivo si sono moltiplicati gli interventi sulle misure da adottare per il rientro scolastico: si è discusso di mascherine, distanze, banchi, nuove assunzioni… In tutto questo l’aspettativa di ritrovare una scuola «nuova» che sappia fare tesoro della crisi e della didattica «improvvisata» durante il lockdown si è un po’ scontrata con prospettive di più piccolo cabotaggio.
L’Autore sente l’esigenza invece di ritornare a quel tempo e di rifletterci ancora, mettendo in luce gli insegnamenti che ne possono derivare per il futuro della scuola. La crisi ha rivelato o «svelato» tanto della scuola, da un lato riscoprendola come luogo di speranza e di futuro di tutta la società, e dall’altro mettendola in discussione soprattutto nelle sue disattenzioni e rigidità.
Infine, l’articolo evidenzia come questa riflessione possa servire a rilanciare un grande sogno condiviso sull’educazione. Un sogno in cui emerge un’idea forte di scuola, collegata al cambiamento della persona, capace di abitare con più sobrietà e solidarietà la nostra casa comune, e cambiare il mondo; e un’innovazione didattica profonda, centrata sull’alunno e sul suo percorso di crescita integrale, con docenti che accompagnano e facilitano più che erogare sapere. Un’educazione così non potrà che generare una scuola-laboratorio che mette davvero al centro la persona e la sua avventura nel mondo.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Cosa abbiamo vissuto come scuola durante la prima fase dell’emergenza dovuta al coronavirus? E cosa la scuola ha rappresentato per studenti, docenti, famiglie, società e Paese?
- Cosa abbiamo capito della scuola, della sua funzione e della sua natura?
- Quale didattica abbiamo sperimentato?
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DISTANCE LEARNING AND THE FUTURE OF THE SCHOOL
The school has once again commenced in the classroom. Over the summer, the number of interventions on the measures to be taken for the return to school have multiplied: there has been discussion about masks, social distances, desks, and new hires to name a few. In all this, the expectation of finding in September a renewed school that has taken advantage of the experience of the lockdown seems to be progressively fading. The author feels the need instead to return to that time and to reflect on it once again, and concentrate on the lessons that can be derived for the future of the school. In particular, if it wants to be up to the challenges of the future, it cannot but start again from what it has learned in this painful and fruitful journey to relaunch a great shared dream about education.