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Il contesto dell’articolo. Per Confucio, «l’uomo nobile di animo non usa colori quali l’amaranto o il viola per gli orli delle proprie vesti, né il rosso o il porpora per l’abbigliamento quotidiano». I Dialoghi di Confucio abbondano in simili notazioni. Perché?
Perché l’articolo è importante?
L’articolo invita a uno studio aggiornato dei Dialoghi, la cui ispirazione può avere un’universalità che non è valida solo «per la Cina». Uno dei maggiori contributi di Confucio è stato, ad esempio, quello di definire lo «spirito del rito». Questo fornisce forse la migliore difesa dagli eccessi del ritualismo.
I pensatori cinesi hanno visto nell’osservanza dei meccanismi rituali quotidiani «la magia del sociale», la spinta al buon funzionamento delle relazioni interpersonali. Gli psicologi spesso considerano la ritualizzazione come un meccanismo che permette di controllare socialmente la manifestazione delle emozioni. La «deritualizzazione» costituisce il fenomeno opposto: la scomparsa dei riti di passaggio o di iniziazione – con alcune conseguenze sociali rilevanti – ne costituirebbe oggi il sintomo principale.
L’articolo poi evidenzia che i riti spesso si incrociano con dimensioni religiose, sociali e politiche. Il li (rito) non è solo una pratica, ma una virtù, quella dello sforzo relazionale che rende pienamente civili la persona e il gruppo. Questa virtù ha la caratteristica di rivelarsi come innata, di manifestarsi spontaneamente in ogni circostanza. Raggiunge, realizza ciò che Confucio chiama il ren, cioè la «virtù di umanità» (l’«empatia», come a volte si traduce). Quest’ultima è radicata nella natura umana, ma deve gradualmente trovare la sua espressione sociale, deve essere educata. L’incontro tra li e ren corrisponde alla perfetta combinazione di naturale e culturale.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Qual è il ruolo sociale e individuale del rito? Cosa ci propone la tradizione cinese, in particolare confuciana, su questo tema?
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RITUAL, OR RITUALISM? The spirit of Confucianism
One of Confucius’ greatest contributions was to define the “spirit of the rite”, and which has perhaps given us the best defense against the excesses of ritualism. Therefore, we must recognize how to return to the sources of ancient China and offer an interpretation that makes sense for our time. Chinese thinkers see in the observance of daily ritual mechanisms “the magic of the social”, the push for well-functioning interpersonal relationships. At the same time, they have been able to link this reflection to an approach to human nature that makes the ritual a path of humanization and internalization.