fbpx

Seguici su:

Carrello Accedi Iscriviti alla newsletter
Menu

Attualità

  • Politica
  • Diritti
  • Economia
  • Ecologia
  • Mondo

Pontificato

  • Conversazioni
  • Magistero
  • Viaggi apostolici

Cultura e Società

  • Letteratura
  • Storia
  • Filosofia
  • Psicologia
  • Sociologia
  • Cinema
  • Arte
  • Musica
  • Media
  • Teatro

Scienza e Tecnologia

  • Fisica
  • Astronomia
  • Genetica
  • Intelligenza artificiale

Eventi

  • Conferenze
  • Presentazioni

Chiesa e Spiritualità

  • Bibbia
  • Dialogo interreligioso
  • Diritto canonico
  • Vita spirituale
  • Teologia
  • Santi
  • Patristica
  • Liturgia
  • Pastorale
  • Storie

Edizioni internazionali

RIVISTA CULTURALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
Shop
Search
  • Attualità
  • Chiesa e spiritualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Pontificato
  1. Homepage
  2. Quaderni
  3. Quaderno 4047
  4. I cristiani che fanno l’Italia
Attualità Cultura e società

I cristiani che fanno l’Italia

Antonio Spadaro

2 Febbraio 2019

Quaderno 4047

Partecipanti al convegno ecclesiale di Firenze 2015 (www.firenze2015.it)

Che posto ha il discepolato cristiano nel­la moderna società democratica? Come possono i cristiani contribuire a una sana democrazia e a un governo vera­mente popolare della nostra Italia? Per affrontare queste domande si è sviluppato un interessante dibattito sull’eredità di don Sturzo in occasione dell’anni­versario del suo appello «a tutti gli uomini liberi e forti» (1919). Per proseguire la riflessione, pensiamo sia neces­sario tornare al V Convegno della Chiesa italiana, che si è svolto a Firenze nel 2015: un evento sinodale.

In quell’occasione papa Francesco ha pronunciato un discorso che potremmo definire «profetico» alla luce dell’oggi. Bisogna tirarlo fuori dai sussidi chiusi da tempo e tornare a meditare su quelle parole che pongono un legame forte tra fede e politica, perché «i credenti sono cittadini».

«La nazione non è un museo – affermava Francesco –, ma è un’opera collettiva in permanente costruzione in cui sono da mettere in comune proprio le cose che differenziano, incluse le appartenenze politiche o religiose». Ma soprattutto aggiungeva che è inutile cercare soluzioni in «condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno capacità di essere significative». Ed eccoci all’attuale crisi della democrazia. In un tempo in cui il bisogno di partecipazione si sta esprimendo in forme e modi nuovi, non è possibile tornare all’«usato garantito» o alle retoriche già sentite. Tantomeno, quindi, possiamo immaginare di risolvere la questione mettendo i cattolici tutti da una «parte» (considerando tutti «gli altri» dall’altra). Non basta più neanche una sola tradizione politica a risolvere i problemi del Paese.

La forza propulsiva del cattolicesimo democratico ha bisogno di essere resistente in questi tempi confusi, ma anche di ascoltare e capire meglio, perfino coloro che oggi sono riusciti a intercettare umori e idee della gente. Agostino e Benedetto, davanti al crollo dell’Impero, hanno messo le basi del cristianesimo del Medioevo. Il cristianesimo non ha mai temuto i cambi di paradigma.

Che fare, dunque? La Chiesa italiana saprà farsi interpellare dal mutamento in corso senza limitarsi ad attendere tempi migliori? E come? Abbiamo compreso che è impossibile pensare il futuro dell’Italia senza una partecipazione attiva di tutti i cittadini. Per questo prendiamo spunto da un passaggio del discorso introduttivo del card. Gualtiero Bassetti alla sessione invernale del Consiglio permanente della Cei: «Ripartiamo, fratelli, da questo stile sinodale, viviamolo sul campo, tra la gente…».

Ecco il punto: soltanto un esercizio effettivo di sinodalità all’interno della Chiesa potrà aiutarci a leggere la nostra storia d’oggi e a fare discernimento. Che cos’è la sinodalità? Essa consiste nel coinvolgimento e nella partecipazione attiva di tutto il popolo di Dio alla vita e alla missione della Chiesa attraverso la discussione e il discernimento. Essa respinge ogni forma di clericalismo, incluso quello politico. La crisi della funzione storica delle élites – che fino a poco fa era riuscita a far dare alle democrazie occidentali il meglio di sé – deve aprirci gli occhi. La sinodalità è radicata nella natura popolare della Chiesa, «popolo di Dio».

Perché la sinodalità? Perché questo ampio coinvolgimento? Perché innanzitutto dobbiamo capire che cosa ci è accaduto. Dopo anni in cui forse abbiamo dato per scontato il rapporto tra Chiesa e popolo, e abbiamo immaginato che il Vangelo fosse penetrato nella gente d’Italia, constatiamo invece che il messaggio di Cristo resta, talvolta almeno, ancora uno scandalo. Sentimenti di paura, diffidenza e persino odio – del tutto alieni dalla coscienza cristiana – hanno preso forma tra la nostra gente e si sono espressi nei social networks, oltre che nel broadcasting personale di questo o di quel leader politico, finendo per inquinare il senso estetico ed etico del nostro popolo. Il fenomeno – sia chiaro – non riguarda solamente la nostra Italia.

A questo si aggiunga il fatto che il potere politico oggi ha anche ambizioni «teologiche». Pure il crocifisso è usato come segno dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto a quello che eravamo abituati: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio, a volte pure con la complicità dei chierici.

Il «nemico», dunque, non è più solamente la secolarizzazione, come spesso abbiamo detto, ma è la paura, l’ostilità, il sentirsi minacciati, la frattura dei legami sociali e la perdita del senso di fratellanza umana e di solidarietà. Nella società sta venendo meno la fiducia: nei medici, negli insegnanti, nei politici, negli intellettuali, nei giornalisti, negli uomini del sacro… Risuonano su questa situazione confusa le parole che il Papa a Firenze ha rivolto alla Chiesa italiana: «Sia una Chiesa libera e aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa». E aveva chiesto alla Chiesa: «discutere insieme, oserei dire arrabbiarsi insieme, pensare alle soluzioni migliori per tutti».

Francesco proseguiva raccoman­dando la ricostruzione dei legami per favorire «l’amicizia sociale». Quindi, compito della Chiesa italiana – diceva – è «dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico: è questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune». È da fuggire, dunque, l’opzione tombale, cioè l’eresia che le nostre comunità non abbiano più nulla da dire nel fermento della nostra società.

Quale deve essere, allora, il senso di questa risposta? Possiamo riconoscerlo nel discorso di fine anno 2018 del presidente Mattarella, il quale ha affermato l’importanza dell’impegno «per riconoscersi come una comunità di vita» che ha un «comune destino». Sentirsi comunità significa «condividere valori, prospettive, diritti e doveri», «“pensarsi” dentro un futuro comune, da costrui­re insieme»». D’altronde, la forza della Chiesa cattolica in politica è la sua cattolicità, cioè la sua capacità di ricordare l’universalità e di tenere insieme i pezzi lì dove tutto sembra andare in frantumi. E ciò vale anche per la nostra Chiesa italiana.

A questo punto torniamo alla nostra domanda iniziale. Possiamo riconoscere il nostro compito oggi come discepoli di Cristo impegnati nelle tensioni della nostra moderna democrazia in due punti evidenziati dal Presidente: da una parte, contrastare le «tendenze alla regressione della storia»; dall’altra, fare la nostra parte per costruire il Pae­se come «comunità di vita», curando le ferite dei legami spezzati e della fiducia tradita. E questo potrà avvenire solamente grazie a un largo coinvolgimento del popolo di Dio, in un processo sinodale non ristretto né alle élites del pensiero cattolico né ai contesti (specifici e importanti) di formazione.

L’esercizio della sinodalità e quello della democrazia sono cose diverse come metodo. Ma si può facilmente cogliere quanto sia importante la sinodalità nella Chiesa per discernere le forme dell’impegno democratico dei cristiani affinché essi siano – come ci chiedeva Francesco alla fine del suo discorso di Firenze – «costruttori dell’Italia». Che dunque stia maturando il tempo per un sinodo della Chiesa italiana?

***

CHRISTIANS WHO BUILD ITALY

How can Christians contribute to a healthy democracy and a government that is truly representative of the people of Italy? To address this question, an interesting debate has developed about the legacy of Don Sturzo on the anniversary of his appeal “to all the free and strong men” (1919). To continue the reflection, Fr. Spadaro believes it is necessary to return to the V Conference of the Italian Church, which took place in Florence in November 2015: an important event, because it was synodal. In fact, it is necessary to promote a broad involvement of the people of God, in a synodal process that is not restricted to the specialists of Catholic thought nor by particular educational contexts. It could help us to understand our historical moment today and to discern to be “builders of Italy.”

Non è disponibile la versione digitale di questo articolo, è possibile leggerlo solo nella versione cartacea o e-book


Acquista il quaderno Abbonati Sfoglia il quaderno
I cristiani che fanno l’Italia

Antonio Spadaro

Sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione. Scrittore emerito de La Civiltà Cattolica.


2 Febbraio 2019

Quaderno 4047

  • pag. 250 - 252
  • Anno 2019
  • Volume I

Commenta e condividi
Stampa l'articolo

Si parla di:

Democrazia Politica Politica italiana Popolo Sinodalità Vita della chiesa

Dallo stesso Quaderno

Unsplash/Jacek Dylag

«Humana Communitas»

ABSTRACT – Papa Francesco ha inviato alla Pon­tificia Accademia per la Vita (PAV) una lettera per il 25° anniver­sario della...

31 Gennaio 2019 Leggi
(iStock/wildpixel)

Come comunicare in una società polarizzata

Comunicare in una società polarizzata, essere promotori di unione, di incontro, di riconciliazione, di corrispondenza nella diversità: qual è l’atteggiamento,...

31 Gennaio 2019 Leggi

Preghiera eucaristica e teologia

ABSTRACT – Nella lettera augurale che papa Francesco ha indirizzato al Pon­tificio Istituto Orientale in vista dei suoi primi Cento...

31 Gennaio 2019 Leggi

Nuova crisi tra Russia e Ucraina

ABSTRACT – L’incidente del 25 novembre 2018 nello stretto di Kerch, che connette il mar Nero col mar d’Azov, sebbene...

31 Gennaio 2019 Leggi

L’economia e la società del Mezzogiorno

ABSTRACT – Come ogni anno, dal 1974 in poi, è stato pubblicato il Rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria...

31 Gennaio 2019 Leggi

Bernardo Bertolucci: un ricordo

ABSTRACT – Il primo incontro che ho avuto con Bernardo Bertolucci non si è svolto sotto il segno della serenità,...

31 Gennaio 2019 Leggi

Il card. Giovanni Colombo e la spiritualità ignaziana

ABSTRACT – Il card. Giovanni Colombo (1902-92) è stato, per la sua cultura e per gli uffici ricoperti nella Chie­sa,...

31 Gennaio 2019 Leggi
Santa Maria dell'Anima (Roma). Un dettaglio degli affreschi

La musica dell’Anima

ABSTRACT – La chiesa romana di Santa Ma­ria dell’Anima – quasi di fronte a Santa Maria della Pace, a pochi...

31 Gennaio 2019 Leggi
PIXNIO

Rassegna bibliografica 4047

Nel quaderno 4047 de La Civiltà Cattolica abbiamo recensito: 1) “«Con tutta franchezza e senza impedimento». Ricordando p. Silvano Fausti”, a...

31 Gennaio 2019 Leggi

ABBONATI

Dal 1850, la rivista internazionale dei gesuiti. Scegli l’abbonamento che preferisci: carta + digitale o solo digitale.

Scopri di più

Beatus Populus Cuius Dominus Deus Eius

La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs 70/2017 (ex L. 250/90). Importo lordo erogato per l’anno 2022: € 287.619,29

  • Attualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Chiesa e spiritualità
  • Eventi
  • Pontificato
  • Chi siamo
  • Le edizioni internazionali
  • Abbonati
  • Dona
  • Biblioteca
  • Shop
  • Ricerca
  • Newsletter
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Termini e Condizioni
  • Condizioni di vendita
  • Pubblicità
  • Contatti
  • FAQ
  • Accedi
Icona del Livello A di conformità alle linee guida 1.0 del W3C-WAI riguardanti l'accessibilità dei contenuti del Web

© LA CIVILTÀ CATTOLICA 2025 | Partita iva 00946771003 | Iscrizione R.O.C. 6608

I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.