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ABSTRACT – L’incidente del 25 novembre 2018 nello stretto di Kerch, che connette il mar Nero col mar d’Azov, sebbene possa essere scambiato per una semplice questione concernente il diritto di navigazione tra Stati confinanti, di per sé è considerato, dalle stesse parti in causa e da tutte le cancellerie europee, come un evento molto pericoloso. Di fatto è stato il primo scontro diretto tra le forze armate russe e alcune unità della Marina militare ucraina.
La gravità del fatto va considerata alla luce delle vicende che dal 2014 hanno contrapposto Mosca a Kiev, cioè l’annessione della Crimea alla Russia e lo scoppio di una lunga guerra mai dichiarata in due regioni filo-russe dell’Ucraina orientale – autoproclamatesi Repubbliche autonome – che ha già causato quasi 11.000 morti.
Nella popolazione ucraina si fa strada il timore di una pericolosa escalation, che potrebbe portare a un conflitto aperto – in particolare nelle regioni del Donbass – tra i due Paesi. I recenti eventi relativi alla Chiesa ortodossa ucraina hanno contribuito a rendere ancora più difficili i rapporti tra Mosca e Kiev.
L’Ucraina in questo momento guarda con particolare attenzione all’Unione Europea e alla Nato, dalle quali spera di ricevere sostegno in ambito sia diplomatico sia militare. Invece, la Russia non desidera che Paesi appartenenti all’Ue (salvo casi eccezionali) svolgano ruoli di mediazione su questioni – anche concernenti il diritto internazionale – che la riguardano. Nonostante le dichiarazioni formali di appoggio alla causa ucraina, l’Ue sembra più interessata a mantenere buoni rapporti con Mosca, tanto più che alcuni Paesi – primo fra tutti l’Italia – stanno da tempo insistendo per ridurre le sanzioni economiche comminate alla Russia dopo l’occupazione della Crimea. Di fatto, l’Europa su tale questione è come un sorta di Giano bifronte.
Nella conferenza di fine anno il presidente Putin ha affermato che «il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare». Secondo il Presidente russo, lo «sfacelo» del sistema di deterrenza nucleare nella corsa globale agli armamenti, acuito dalla decisione di Trump di uscire dal trattato Inf, «aumenta l’incertezza, è difficile immaginare come evolverà la situazione». Ora, per il bene di tutti, per non esacerbare gli animi, sarebbe opportuno mantenere i toni moderati e lavorare per raggiungere un accordo onorevole per entrambe le parti sia sulla posizione del Mare d’Azov sia su altre materie altrettanto scottanti. Dopotutto, nessuna delle due nazioni ha interesse a far precipitare la situazione.
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NEW CRISIS BETWEEN RUSSIA AND UKRAINE
Although it may be mistaken for a simple question concerning the right of navigation between neighboring States, the incident that occurred November 25, 2018 in the Kerch Strait, is considered by those involved and indeed by all European chancelleries as a very dangerous event. In fact it was the first direct confrontation between the Russian armed forces and the Ukrainian Navy. The seriousness of the fact must be considered in light of the events which since 2014 have shown Moscow to be in opposition to Kiev; namely, the annexation of the Crimea to Russia and the outbreak of a long undeclared war in two pro-Russian regions of Eastern Ukraine – self-proclaimed Autonomous Republics – which has already caused almost 11,000 deaths.