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Il contesto dell’articolo. Il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (Tpan) che è il risultato di 75 anni di sforzi.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo ricorda il lungo percorso preparatorio e globale al disarmo nucleare, sin dalla fondazione delle Nazioni Unite, passando per l’enciclica Pacem in terris del 1963: Giovanni XXIII chiarì che il fine ultimo del suo appello era «mettere al bando» quelle armi. La prima importante conquista di quel percorso, nel 1968, è stato il Trattato di non proliferazione (Tnp) che già allora si proponeva l’«eliminazione delle armi nucleari, con i loro vettori, dagli arsenali nazionali». Ora, il Tpan, rafforzando le disposizioni sul disarmo già presenti nel Tnp, impegna gli Stati firmatari, in qualsiasi circostanza, a non sviluppare, testare, produrre, oppure acquisire, possedere, utilizzare o minacciare l’uso di armi nucleari. Un impegno coerente anche con la dottrina della Chiesa, per la quale anche la deterrenza è «immorale».
Tuttavia, ed è il nodo che l’articolo evidenzia, nessuno degli Stati che attualmente possiedono armi nucleari aderisce al nuovo trattato. Ma tutte le parti in causa sono dentro al Tnp.
La Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione, prevista per agosto a New York, potrebbe dunque rivelarsi la resa dei conti tra le due parti. Negli ultimi anni le potenze nucleari hanno infatti utilizzato tale trattato per vietare ad altri la proliferazione senza fare però passi avanti significativi verso il disarmo. I Paesi non nucleari potrebbero ora uscire dal Tnp, delegittimando i big nucleari.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Perché la revisione del Trattato di non proliferazione nucleare potrebbe rivelarsi «il Rubicone» di una nuova era nucleare?
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THE TREATY ON THE PROHIBITION OF NUCLEAR WEAPONS ENTERS INTO FORCE
The United Nations Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, which entered into force on 22 January 2021, is the result of 75 years of effort. The new treaty commits its State Parties not to develop, manufacture, transfer, possess, use, or threaten to use nuclear weapons. While the weapon states oppose this treaty, its proponents rely on its educational effects to persuade resisting states to join it, and on the stigma of possessing banned weapons of mass destruction so as to shame them into signing the treaty. The Non-Proliferation Treaty Review Conference, scheduled for August in New York, could prove to be the showdown between the two sides.