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Tra le 18 interviste che don Paolo Iannaccone, parroco di Aquilinia (Ts), sacerdote di frontiera, presenta nel suo libro vi sono storie toccanti, resoconti di vite difficili di uomini di vera fede. Pastori che, come vuole papa Francesco, hanno davvero addosso «l’odore delle pecore». Pecore nere, a volte, ma che pur sempre fanno parte del gregge del Signore. Se i pastori «mercenari» le dimenticano all’arrivo delle avversità, i «buoni» pastori le vanno a recuperare, le seguono, le pongono sulle loro spalle.
In questo libro è presentata la storia del missionario comboniano p. Alex Zanotelli, che ha operato in quello che lui stesso chiama il continente «crocifisso». Che in molti Paesi africani oggi vi sia un 7% di crescita – mentre noi siamo appena all’1% – non vuol dire nulla, dal momento che «buona parte di quella crescita va nelle mani di pochissime persone, e il divario, tra l’altro, tra i pochissimi ricchi straricchi e le masse impoverite è sempre più grande e sempre più invalicabile», spiega Zanotelli. Mentre noi siamo alle prese con la pandemia di Covid-19, Paesi come Etiopia, Somalia, Sud Sudan e Kenya stanno vivendo, unitamente al dramma pandemico, la peggiore crisi alimentare degli ultimi 50 anni. I preti che combattono la povertà vengono considerati «sacerdoti santi», ma, se si chiedono il «perché» della povertà, vengono tacciati di «comunismo» o presi per folli.
E proprio dei «pazzi» tratta l’intervista a Mario Vatta, sacerdote fondatore della Comunità di San Martino al Campo di Trieste. Nel capitolo intitolato «Dalla parte degli ultimi» leggiamo che «nel 1978 in Italia c’erano 98 ospedali psichiatrici che ospitavano più di 89 mila persone ed erano regolati dalla legge 36 del 1904, che istituì ufficialmente i manicomi […]. La Legge 36 prevedeva di rinchiudere nei manicomi persone che davano “pubblico scandalo” o “devianti”: finirono dentro anche omosessuali, prostitute […], donne considerate “ninfomani”, “indemoniate” o “malinconiche”, cioè probabilmente affette da depressione clinica». I volontari della Comunità, lavorando all’inizio con Franco Basaglia, salvarono dai manicomi anche i minorenni: ragazzi di 14-16 anni, ricoverati all’età di 8 anni per «comportamento strano» (come si legge in alcuni referti psichiatrici).
I bambini non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere, asserivano autori quali Plutarco e Rabelais. Se questo è vero, alcune persone tentano di spegnere queste giovani fiammelle. E proprio di bambini racconta l’intervista a un sacerdote siciliano impegnato a combattere la pedofilia, don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter (parola greca che significa «madre» e, in senso lato, «accoglienza e grembo»).
Nel libro l’autore non teme di affrontare anche lo spinoso problema dello scandalo dei preti pedofili, e della relativa copertura del crimine da parte di qualche Chiesa locale: «La Chiesa ha certamente dato delle risposte, sta cercando di formare i nuovi vescovi, ma bisogna fare di più».
E ancora: storie di bambini soldato, di medici in guerra, di uomini in carcere, di periferie e migrazioni. Ma dov’è la periferia? Se questa si amplia con la migrazione, allora il confine svanisce. Un confine che si dissolve, una conoscenza dei fenomeni che si amplia, pagina dopo pagina, davanti agli occhi del lettore, il quale ogni giorno sente parlare di storie lontane che, grazie alla penna dell’autore, può conoscere nella loro cruda realtà.
Vicende che hanno almeno un punto in comune: sono storie di vittime della «globalizzazione dell’indifferenza». Don Paolo Iannaccone non teme di dichiarare che anche chi dovrebbe proteggere i più deboli a volte sbaglia. Non teme di denunciare che qualche albero cade. Ci racconta però che, contemporaneamente, una grande foresta cresce, in silenzio, nei meandri del sottobosco della società globalizzata.
PAOLO IANNACCONE
Voci di umanità in tempi di barbarie
Assisi (Pg), Cittadella, 2019, 188, € 16,50.