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Il discernimento è uno dei temi ricorrenti nell’attuale magistero ecclesiale ed è stato indicato più volte da papa Francesco come una delle principali necessità per la santità e la missione della Chiesa. Questo volume, a cura di Aristide Fumagalli, contiene sette studi di docenti della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e del Seminario arcivescovile di Milano che approfondiscono la realtà del discernimento con le diverse discipline teologiche. Tali contributi mettono in luce i nuclei fondamentali di una comprensione e di una sistemazione scientifica del discernimento ecclesiale. Qui indicheremo soltanto i passaggi più significativi.
Da un punto di vista storico e sintetico, il discernimento è stato definito metaforicamente come una categoria teologica «carsica», nel senso che è stato sempre presente nella riflessione teologica: anche se in alcuni periodi il tema è scomparso, in altri è riemerso e ha offerto un suo contributo.
Cristiano Passoni illustra i tre momenti più significativi della sua storia: la figura di sant’Antonio nella presentazione di sant’Atanasio, nel IV secolo; gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, nel XVI secolo; la riflessione sulla grazia di Karl Rahner, nel XX secolo, alla fine della modernità. Secondo l’autore, queste elaborazioni sono nate come risposta originale alla domanda di un trapasso epocale e culturale (cfr p. 43).
Un primo nucleo della comprensione teologica del discernimento messo in luce nel libro è il suo fondamento cristologico, raggiunto con la nuova comprensione della rivelazione come autocomunicazione di Dio nella coscienza filiale di Cristo. Essendo la vita di Gesù – in particolare, la sua morte e risurrezione – l’evento fondatore e il culmine della fede cristiana, in lui e nel suo rapporto con il Padre si trova l’origine dello spirito del discernimento. Scrive Mario Antonelli: «Il discernimento tornerà di casa nell’esistere della Chiesa e di ogni cristiano laddove lo si rinvenga quale nervatura di quell’obbedienza di Gesù al Padre nel fuoco dello Spirito: obbedienza che disegna la forma della dedizione fino alla morte» (p. 56). In tal modo la coscienza di Gesù appare come coscienza della sua missione e della sua relazione con il Padre.
Un secondo nucleo teologico è il rapporto tra la grazia e la libertà, messo in luce dall’antropologia teologica. La nuova comprensione della grazia, che supera l’antica prospettiva statica e reificante per assumere quella dinamica e relazionale, ha posto l’attenzione sul dono della Spirito Santo, la grazia increata, e sul suo ruolo in ogni autentico discernimento. Francesco Scanziani afferma che non ci può essere un discernimento se non si tiene conto dello Spirito di Dio, che opera nella vita e nella persona di chi lo svolge. «Come tutta l’esistenza di Gesù si può riassumere nell’amore, altrettanto l’opera dello Spirito nel cristiano è quella di renderlo capace di amare come il Figlio» (p. 88). Ogni vero discernimento non può essere quindi che «spirituale», mosso dallo Spirito di Dio, e svolgersi in un arco temporale fatto di tappe e di paziente gradualità.
Un terzo nucleo teologico è costituito dal ruolo della coscienza morale e della sua formazione. La riscoperta della persona e della dignità umana ha permesso di superare l’antico legalismo casistico, che conferiva il primato alla norma oggettiva, ma anche l’etica della situazione, che riduceva la decisione alla sola coscienza e ai dati a sua disposizione. Fumagalli sostiene che «norma magisteriale e coscienza personale non sono due autorità morali in conflitto, che possono al massimo aspirare a un ragionevole compromesso, ma dipendono dall’unica autorità dello Spirito, che in entrambe si esprime a beneficio dell’adesione della libertà umana alla verità cristiana» (p. 159). Interessante a tale riguardo è anche la presentazione della genesi delle norme morali. Queste, pur essendo astratte nella loro formulazione paradigmatica, provengono sempre da un processo vissuto di consenso allargato, consolidato nel tempo e autorevolmente convalidato.
Lo sforzo di riflessione svolto dai teologi milanesi sulla categoria teologica del discernimento e sull’invito magisteriale a viverlo nella prassi ecclesiale ne ha messo in luce i fondamenti cristologici e ha rilevato l’importanza della pneumatologia. Tenendo conto che in ambito filosofico – come ha fatto notare Ermenegildo Conti – questa categoria era praticamente assente e che essa invece ha un grande significato per la vita cristiana e per lo stile ecclesiale di sinodalità – come hanno sottolineato Giuseppe Como e Tullio Citrini –, il libro rappresenta un esempio di ricerca teologica condivisa e convergente e costituisce quindi un buon contributo al popolo di Dio e a coloro che riflettono sulle sue necessità.
Teologia del discernimento. Fondamenti e configurazioni
a cura di ARISTIDE FUMAGALLI
Àncora, Milano, 2019, 216, € 20,00.