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Il contesto dell’articolo. La dicotomia tra dimensione speculativa e dimensione contemplativa, tra teologia e spiritualità è un problema ancora attuale, sebbene non sia di oggi e, anzi, attraversa da secoli la storia della teologia. Una separazione o giustapposizione che deriva da un malinteso e produce un danno.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo affronta l’argomento servendosi in particolare di quanto ne hanno scritto due teologi italiani, Giovanni Moioli e Cipriano Vagaggini.
Si traccia una brevissima sintesi del percorso storico che ha condotto alla separazione delle due dimensioni, in particolare menzionando un fenomeno avvenuto nei secoli XII e XIII: il passaggio dalla teologia monastica alla teologia critica. Poi, seguirono il nominalismo, i movimenti libertari dei secoli XIII-XIV, la Riforma, il giansenismo, e la teologia venne progressivamente sradicandosi dall’esplicito riferimento alle fonti bibliche e si autodelimitò a trattare l’oggettività cristiana.
L’articolo infine mette in luce, al di là della disputa teorica, il valore del tenere unite la dimensione speculativa e quella contemplativa, con vantaggio di entrambe, in special modo per la formazione teologica impartita nei Seminari. È ancora attuale l’osservazione di un eminente formatore di studenti ecclesiastici: «Talora si pensa solo ad arricchire la mente di cognizioni, che poi servono piuttosto a raffreddare e a indurire il cuore che a muoverlo con la vera devozione e a infiammarlo con il fervore. È la volontà quindi che bisognerebbe coltivare con cura particolare. Di solito abbiamo la scienza richiesta, mentre invece manchiamo di una sufficiente unione con Dio. Lo sforzo nostro precipuo deve mirare al conseguimento dello spirito di preghiera e di un grande amor di Dio» (L. Lallemant).
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Si può fare teologia, «conoscere Dio», a un mero seppure eccelso livello speculativo, senza un’autentica esperienza vitale della fede?
- Perché papa Francesco chiede spesso di «fare teologia in ginocchio»?
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THEOLOGY AND SPIRITUALITY: A HISTORICAL MISUNDERSTANDING
The article aims to highlight the need and opportunity, felt today by many today, not to separate, but rather to unite the contemplative and speculative dimensions of faith in theology. After having outlined a very brief summary of the historical path that led to the separation of these two dimensions, the author underlines, by going beyond the theoretical dispute, the value of their unity for the theological formation given in the seminaries.