fbpx

Seguici su:

Carrello Accedi Iscriviti alla newsletter
Menu

Attualità

  • Politica
  • Diritti
  • Economia
  • Ecologia
  • Mondo

Pontificato

  • Conversazioni
  • Magistero
  • Viaggi apostolici

Cultura e Società

  • Letteratura
  • Storia
  • Filosofia
  • Psicologia
  • Sociologia
  • Cinema
  • Arte
  • Musica
  • Media
  • Teatro

Scienza e Tecnologia

  • Fisica
  • Astronomia
  • Genetica
  • Intelligenza artificiale

Eventi

  • Conferenze
  • Presentazioni

Chiesa e Spiritualità

  • Bibbia
  • Dialogo interreligioso
  • Diritto canonico
  • Vita spirituale
  • Teologia
  • Santi
  • Patristica
  • Liturgia
  • Pastorale
  • Storie

Edizioni internazionali

RIVISTA CULTURALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
Shop
Search
  • Attualità
  • Chiesa e spiritualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Pontificato
  1. Homepage
  2. Libri
  3. Tabula rasa
Libri
Tabula rasa di Ennio Ranaboldo

Tabula rasa

Quaderno 4118 - pag. 205 - 206

13 Gennaio 2022


Sappiamo che i generi, come il talento, non muoiono mai, ma il rischio che John McPhee – wordsmith senza pari, maestro indiscusso del saggio narrativo, ricercatore ed esploratore eclettico e instancabile, mentore di due generazioni di scrittori prestigiosi – sia l’ultimo della sua specie è probabilmente un fatto incontestabile. Mutano i tempi e i gusti, crescono gli affanni editoriali, decrescono i lettori e la loro attenzione. Eppure, questo libretto coglie ancora nel segno e si colloca in un solco – quello di libri immaginati in una vita di scrittura, ma non pubblicati – il cui precedente più illustre è l’elenco compilato da George Steiner ne I libri che non ho scritto.

John McPhee nasce nel 1931 a Princeton, in New Jersey, la cittadina bucolica dove ha sempre vissuto e tuttora abita, sede di una famosa università. Questo primo volume è apparso nell’aprile 2021 sul New Yorker ed è accessibile in rete (www.newyorker.com/magazine/2020/01/13/tabula-rasa-volume-one).

Una passione per i progetti di fine vita, quella di McPhee, intrapresa a occhi aperti, ossia senza dubitare per un momento che, finché c’è scrittura, vale la pena distillare in narrazione la materia cruda del mondo, la sua idiosincratica fenomenologia: «I progetti geriatrici sono un modo come un altro per rimanere vecchi. Anche perché, quando non sei più vecchio, sei morto. Il progetto geriatrico di Mark Twain era la sua autobiografia, dettata con regolarità dai settant’anni in poi».

La prosa di McPhee è la definizione stessa di stile: asciutta ed elegante, gentilmente ironica, di una precisione impressionante e capace di conseguire il più limpido risultato espressivo; una scrittura libera da qualsiasi compiacimento dell’io narrante, una forma puramente al servizio della storia.

Tabula rasa racconta i progetti di scrittura a cui McPhee ha molto pensato, ma che non sono stati realizzati, nei suoi decenni di collaborazione con il New Yorker e con altri editori. Una produzione, quella dell’autore – più di 30 libri e centinaia di articoli e saggi – che spazia in un ampio scibile: lunghi servizi e diari di viaggio, come la serie sulla geologia americana o Coming into the Country (1977), la cronaca di un anno vissuto nella natura selvaggia dell’Alaska, o Tennis (1969), dedicato alla storica semifinale degli US Open del 1968 tra Arthur Ashe e Clark Graebner, che è una cronaca più esistenziale che sportiva.

L’autore seleziona un tema, non importa quanto marginale o distante da sé e dalla propria cultura e ambiente – come, ad esempio, la storia delle arance –, e ne fa esercizio di esplorazione profonda, una sorta di fascinazione tematica e una prossimità personale alla materia scelta per l’indagine e ai suoi protagonisti, spesso anonimi. Sempre con un rispetto per la nudità dei fatti, la somma delle parti, capace di esprimere bellezza e autenticità, non per intensificazione stilistica, ma per amore della verità. E in una sorta di chiusura del cerchio generazionale, McPhee rievoca un memorabile incontro di gioventù con il grande e prolifico drammaturgo e romanziere Thornton Wilder (1897-1975): «Era un vecchio con un progetto di catalogazione che gli avrebbe portato via almeno dodici anni. E così, da vero pivello, gli avevo chiesto: “Ma perché mai buttarsi in un’impresa del genere?”. Gli occhi di Wilder si erano come contratti. Ardevano. La faccia era stravolta dall’ira: “Giovanotto, non chieda mai perché qualcuno studia qualcosa”. A ottantotto anni capisco benissimo perché Wilder aveva deciso di dedicarsi a quelle 431 commedie: per allungarsi la vita. Leggerle e catalogarle significava avere qualcosa da fare, e fare, e fare. Sconfiggere la morte. Era un progetto pensato per non avere fine». Ars longa, vita brevis.

JOHN MCPHEE
Tabula rasa. Volume primo
Milano, Adelphi, 2021, 64, € 5,00.


Acquista il Quaderno
Autore

John McPhee

ABBONATI

Dal 1850, la rivista internazionale dei gesuiti. Scegli l’abbonamento che preferisci: carta + digitale o solo digitale.

Scopri di più

Dallo stesso Quaderno

Covid, fede e fallibilità della scienza

«Questi ultimi due anni hanno svelato che il dibattito “scienza contro fede” non è una dissertazione ideologica astratta, ma una...

13 Gennaio 2022 Leggi

La “grande paura” della rivoluzione comunista in Italia nel 1947-48

L’anniversario del centenario della fondazione del Partito comunista italiano (avvenuta nel XVII Congresso socialista di Livorno, svoltosi dal 15 al...

13 Gennaio 2022 Leggi
Pollaiolo, "La temperanza"

La temperanza

Una ricognizione storica La temperanza si trova al quarto posto nella classificazione delle virtù cardinali. È ultima non per ordine...

13 Gennaio 2022 Leggi
Hand of moribund patient in hospital

La discussione parlamentare sul “suicidio assistito”

Sembra paradossale che nel tempo della pandemia, quando l’impegno collettivo è tutto proteso a tutelare la salute dei cittadini, si...

13 Gennaio 2022 Leggi
Contactless smartphone payment

I pericoli antropologici e politici di una società senza contanti

Nel capitalismo moderno, la triplice esigenza contraddittoria di razionalità, performance e sicurezza favorisce una tendenza apparentemente irresistibile. Questa corrente conduce...

13 Gennaio 2022 Leggi

La vita religiosa: dal caos al “kairos”?

Una crisi inedita nella storia occidentale Gli storici della vita religiosa sanno bene che nel corso della storia della Chiesa...

13 Gennaio 2022 Leggi

Maria Montessori: “Il bambino è la salvezza dell’umanità”

In occasione del Congresso internazionale per il 150° anniversario della nascita di Maria Montessori, papa Francesco ha definito questa pedagogista...

13 Gennaio 2022 Leggi

Abitare nella possibilità

CINEMA | Animazione «Tokyo godfathers» di Leonardo Vezzani S.I. Tokyo Godfathers è un film di animazione del 2003, diretto da Satoshi...

13 Gennaio 2022 Leggi

Rassegna bibliografica 4118

Nel quaderno 4118 de “La Civiltà Cattolica” abbiamo recensito: Pino Di Luccio, “Discernere il cambiamento. Il cambio di prospettiva nella...

13 Gennaio 2022 Leggi

Beatus Populus Cuius Dominus Deus Eius

La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs 70/2017 (ex L. 250/90). Importo lordo erogato per l’anno 2022: € 287.619,29

  • Attualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Chiesa e spiritualità
  • Eventi
  • Pontificato
  • Chi siamo
  • Le edizioni internazionali
  • Abbonati
  • Dona
  • Biblioteca
  • Shop
  • Ricerca
  • Newsletter
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Termini e Condizioni
  • Condizioni di vendita
  • Pubblicità
  • Contatti
  • FAQ
  • Accedi
Icona del Livello A di conformità alle linee guida 1.0 del W3C-WAI riguardanti l'accessibilità dei contenuti del Web

© LA CIVILTÀ CATTOLICA 2025 | Partita iva 00946771003 | Iscrizione R.O.C. 6608

I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.