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L’anniversario del centenario della fondazione del Partito comunista italiano (avvenuta nel XVII Congresso socialista di Livorno, svoltosi dal 15 al 21 gennaio 1921), di cui abbiamo trattato in un precedente articolo, ci offre la possibilità di rivedere alcuni momenti critici vissuti dal partito, soprattutto all’indomani della Seconda guerra mondiale, quando sembrava che la sinistra potesse prendere in mano le redini del Paese. Cosa che preoccupava molto i partiti di centro – in particolare la Democrazia cristiana –, la Chiesa e gli Stati Uniti, che consideravano l’Italia, a ragion veduta, un Paese a «rischio», dove i comunisti sarebbero potuti andare al governo legalmente, attraverso il voto politico democratico. Questo avrebbe stravolto l’assetto «geopolitico-strategico» dell’Europa occidentale. Infatti l’Italia, sulla base degli accordi di Yalta di qualche anno prima, rientrava nella zona di influenza statunitense. Ma il voto popolare avrebbe potuto modificare ciò che era stato formalmente stabilito dai capi delle grandi potenze vincitrici della guerra. Tanto più che tutto era ancora in divenire, e l’Europa stava ancora decidendo il proprio destino politico.
Il Cominform
Nell’ultima parte del 1947 e agli inizi del 1948, l’Italia attraversò un momento di duro scontro sociale, che faceva pensare al periodo dell’immediato dopoguerra, quando si era temuto che le sinistre potessero andare al potere in Italia con un «colpo di mano», sfruttando, da un lato, il clima di euforia per la lotta di liberazione nazionale e per la raggiunta libertà e, dall’altro, la situazione di miseria, di incertezza e di paura molto diffusa tra la gente, che avrebbe accettato qualsiasi forma di regime politico pur di uscire dalla precarietà e dalla durezza del presente. Il 1947 non era però il 1945…
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THE “GREAT FEAR” OF THE COMMUNIST REVOLUTION IN ITALY IN 1947-48
The centennial anniversary of the founding of the Italian Communist Party (PCI) gives us the opportunity to review some of the critical moments the party has lived through, especially in the aftermath of the Second World War, when it seemed that the Left could take over the reins of the country. This greatly worried the parties in the center – in particular the Christian Democrats (DC) – the Church and the United States, which rightly considered Italy a country “at risk,” where the Communists could have come to power legally, through the democratic political vote. An outcome like this would have upset the “geopolitical-strategic” structure of Western Europe. In this article, this event is reconstructed from ecclesiastical sources.