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Nell’ormai ampio dibattito sulle caratteristiche e sui requisiti della sostenibilità in campo economico, un capitolo, sempre più importante, è rappresentato dal tema delle società benefit, ossia di quelle imprese che, nell’esecuzione di un’attività lucrativa, prevedono una o più finalità di bene comune. In altri termini, una realizzazione di quella teoria del valore condiviso di Michael Porter e altri studiosi, nata quale sviluppo coerente della teoria degli stakeholders (portatori di interessi), in contrapposizione alla teoria neoliberista degli shareholders (azionisti) di Milton Friedman; una declinazione laica, in definitiva, di alcuni princìpi da tempo presenti nella Dottrina sociale della Chiesa e riaffermati, anche recentemente, nelle encicliche di papa Francesco.
Introdotte in Italia nel nostro ordinamento dal 2016, le società benefit stanno conoscendo una stagione decisamente positiva, come dimostrano sia la diffusione delle imprese che hanno deciso di percorrere questo cammino virtuoso, sia l’ampiezza dei settori economici toccati da questa tipologia.
Il libro di Domenico Siclari, professore di Diritto dell’economia e dei mercati finanziari all’Università «La Sapienza» di Roma, propone al lettore una valida ricognizione della materia, condotta con rigoroso metodo scientifico e in modo sistematico. Risultano, inoltre, particolarmente apprezzabili i richiami puntuali ai modelli di società benefit e ai loro princìpi ispiratori presenti in altre realtà nazionali, dagli Stati Uniti alla Germania e alla Francia.
Dopo un primo capitolo in cui il tema viene affrontato nei suoi aspetti di inquadramento generale, con appropriate considerazioni sulla pluralità dei suoi livelli di regolamentazione e sul principio di sussidiarietà orizzontale quale suo referente costituzionale, l’A., nei tre capitoli successivi, passa alla trattazione di specifici, cruciali profili, potenzialmente anche problematici.
Si comincia con un esame delle clausole statutarie, arricchito da un’interessante rassegna delle possibili tipologie for benefit, per soffermarsi poi sugli aspetti di legittimità del diritto di recesso da parte degli azionisti di minoranza sulle possibili responsabilità verso terzi in caso di indeterminatezza delle clausole e sugli effetti di un loro inserimento nelle società a partecipazione pubblica.
Di grande attualità è il tema trattato nel terzo capitolo, incentrato sui rapporti tra la società benefit e il sistema degli appalti, un sistema gravato in Italia da una considerevole stratificazione normativa e spesso oggetto di accese polemiche; un ambito, inoltre, in cui, anche alla luce delle politiche legislative dell’Unione europea in tema di contratti pubblici sostenibili, emerge in tutta la sua complessità la difficoltà di un corretto bilanciamento di interessi non sempre facilmente coniugabili: sostenibilità, principio di libera concorrenza e proporzionalità.
Conclude il libro la trattazione del regime di responsabilità, al quale sono assoggettati gli amministratori di società benefit; in essa si trovano considerazioni legate ai temi dell’individuazione di una figura responsabile distinta da quella degli amministratori, e delle conseguenze della pubblicità ingannevole e delle pratiche commerciali scorrette.
Considerato lo sviluppo al quale le società benefit sembrano destinate anche nel nostro Paese, questo volume costituisce, in definitiva, una valida guida orientativa in questa materia, ancora relativamente inedita in Italia e, al tempo stesso, una preziosa fonte di stimoli per la produzione di ulteriori, qualificati contributi scientifici.