L’insurrezione non riuscita del gruppo Wagner
La minaccia di insurrezione armata o di ammutinamento, come è stato detto, contro Vladimir Putin e i suoi capi militari è «esplosa» il 23 giugno scorso, ed è cessata il giorno dopo improvvisamente e drammaticamente come era iniziata, sebbene in precedenza vi fossero stati preoccupanti indizi di sedizione tra le fila dei miliziani: a tale proposito, nella stampa internazionale si è parlato di «insurrezione a metà»[1], i cui effetti, sul piano politico e militare, per il capo del Cremlino sono (o saranno) notevoli. In questo articolo ricostruiremo la vicenda sulla base delle notizie che ci arrivano dalla stampa internazionale, a volte contraddittorie o non pienamente verificate. Va anche detto che non è facile ricostruire i fatti (e per l’interprete, valutarli sul piano politico o strategico), mentre tutto è ancora in divenire e dove a volte le fake news, diffuse dalla rete, sono prese per verità dimostrate. Il futuro ci darà una misura più concreta e precisa dei fatti.
I fatti accertati sono ormai noti e li richiameremo soltanto sommariamente: al mattino del 23 giugno Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo mercenario Wagner (composto da circa 25.000 membri), si lancia nell’avventura, dopo aver «postato» via Telegram messaggi molto duri. Di fatto, dopo mesi di proclami, indirizzati sui social, nei quali aveva criticato duramente i capi dell’esercito russo – il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di Stato maggiore dell’esercito russo Valerij Gerasimov – in merito all’andamento delle operazioni militari nella battaglia di Bakhmut[2], si decide alla ribellione, all’alzamiento, quando il ministro della Difesa, su richiesta di Putin, ordina a tutte le milizie private presenti nei diversi teatri di guerra di sottoscrivere, entro il 1° luglio 2023, un atto di sottomissione ai comandi generali dell’esercito russo[3]. Il 24 giugno Prigozhin con un contingente di circa 5.000 uomini raggiuge Rostov sul Don, la nona città della Russia, dove c’è il comando incaricato di gestire le operazioni militari in Ucraina, circondando i centri nevralgici del potere militare. I capi dell’esercito russo, colti di sorpresa, rispondono in modo disordinato. Nel frattempo, i servizi di scurezza interna (Fsb) hanno comunicato di aver aperto un procedimento penale contro il capo della Wagner, accusandolo di aver organizzato un’insurrezione armata. L’intelligence fa sapere che da giorni gli alti comandi russi erano al corrente dei piani di Prigozhin, senza però chiarire quali fossero[4].
I rivoltosi con i loro
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