
La Lettera di Giacomo è l’unico libro del Nuovo Testamento in cui si fa l’elogio del «bel nome» (Gc 2,7), quello di Cristo Gesù, da cui ha origine il termine «cristiano». Tale denominazione, benché rara nella prima comunità dei credenti, trova la più antica attestazione storica negli Atti degli Apostoli: «Ad Antiochia per la prima volta i discepoli ebbero il nome di “cristiani”» (At 11,26)[1].
Il fatto che ad Antiochia, la capitale della Siria, la terza città dell’Impero dopo Roma e Alessandria, i discepoli di Gesù vengano chiamati «cristiani» è un evento di grande rilievo nella storia e uno snodo cruciale nella formazione dell’identità della prima Chiesa: non solo perché il nome è segno chiaro e definitivo di una esistenza, ma anche perché è mediante il nome che un individuo, o un gruppo sociale, prende coscienza del proprio esistere, si distingue dagli altri e matura la propria identità. Stando alla documentazione degli Atti (redatti intorno agli anni 80), la comparsa del nome «cristiano» colloca in un tempo preciso – forse 10 anni, in ogni caso meno di 20 dopo la morte e la risurrezione di Gesù – l’affermarsi della comunità dei credenti in Cristo[2].
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