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L’A., a lungo professore ordinario di teologia patristica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e noto per numerose pubblicazioni e traduzioni di testi dei Padri della Chiesa, ci offre, in questo denso volume, i frutti della sua fatica più recente: la rivisitazione della figura e dell’opera di papa Callisto. Questo Papa, venerato come santo e martire dalla tradizione della Chiesa romana, considerato uno dei Papi più significativi del III secolo, viene duramente attaccato in un’importante opera antieretica – Confutazione di tutte le eresie – composta nel III secolo, ma di non sicura attribuzione, pubblicata per la prima volta nel 1851, e che continua ad attrarre l’attenzione degli studiosi. P. Cattaneo affronta dunque la difficile impresa di riesaminare in modo approfondito le fonti e la bibliografia su Callisto, sottoponendo nello stesso tempo a un attento esame critico tutto quanto la Confutazione afferma sulla sua vita e la sua dottrina: si tratta infatti di un’informazione ricca, ma tendenziosa.
Guidati dall’A., apprendiamo così che Callisto è un personaggio fuori del comune e dalla vita avventurosa. Prima schiavo; quindi banchiere; poi condannato ai lavori forzati in Sardegna; dopo essere stato graziato, viene ammesso nel clero e risiede ad Anzio per almeno sette anni. Ma in seguito, a Roma, è nominato amministratore del primo Cimitero ufficiale della Chiesa sulla Via Appia (oggi noto infatti come «Catacombe di San Callisto»); diventa segretario di papa Zefirino e infine gli succede, venendo eletto Vescovo di Roma. Dopo circa cinque anni di pontificato viene ucciso nel corso di un tumulto popolare anticristiano in Trastevere. Secondo la tradizione, è gettato in un pozzo e ricoperto di detriti. In seguito viene sepolto nella catacomba di Calepodio, sulla Via Aurelia, e venerato come martire.
Quanto alla dottrina, la Confutazione considera Callisto un eretico e gli rivolge molte accuse su questioni sacramentali e disciplinari, in particolare riguardo al matrimonio e alla possibilità di rimettere i peccati di adulterio, come pure riguardo alla disciplina penitenziale nei confronti del clero. P. Cattaneo discute di tutte queste obiezioni sulla base della sua vasta conoscenza dei vivaci dibattiti dottrinali e morali della Chiesa dell’epoca. Insiste sulla fermezza con cui Callisto afferma l’unità di Dio, il monoteismo, e rileva come, di fronte ai rigoristi, egli inclini a una prassi più misericordiosa. L’A. si colloca così dalla parte degli studiosi moderni che danno di Callisto un giudizio molto positivo, come Jules Lebreton, che lo considera uno di quegli uomini di Chiesa che, «in mezzo a tutte le controversie, assicurano l’unità della Chiesa e custodiscono la sua tradizione» (p. 192), o come Santo Mazzarino, che lo definisce «uomo insigne per attività organizzativa, fiero e deciso per la fede» (ivi) e lo dipinge come «fortissima personalità, la cui figura si erge maestosa per la novità rivoluzionaria delle concezioni sociali-religiose» (ivi).
A complemento del volume si trova un’utile Appendice sulle testimonianze archeologiche su san Callisto a Roma e sulla sua iconografia. La ricchezza della bibliografia e dell’indice biblico, ma ancor più degli indici degli autori citati, rispettivamente antichi e moderni, è una testimonianza eloquente della competenza dell’A. e della qualità scientifica di questo volume, la cui lettura sarà quindi certamente apprezzata dagli specialisti, mentre sarà piuttosto impegnativa per un più vasto pubblico. A questo proposito, ricordiamo che p. Cattaneo aveva già pubblicato su questa rivista un ampio articolo in cui venivano trattati in forma più sintetica gli stessi argomenti: «Papa Callisto (? 222): un eretico o un santo?», in Civ. Catt. 2022 IV 178-193.