Il discernimento degli spiriti è strettamente legato alla dinamica degli Esercizi spirituali (ES) e attesta il suo carattere «combattivo». Gli Esercizi non sono infatti un’esperienza facile, perché l’esperienza di Dio spesso è conflittuale, combattuta, come di frequente emerge dalla Bibbia (cfr la lotta di Giacobbe in Gen 32, i 2 libri dei Maccabei, ma anche il libro di Giosuè, l’Apocalisse), e dove il campo di battaglia, come ricorda acutamente Ignazio nella meditazione delle 2 bandiere (cfr ES 136-148), è il proprio cuore.
Ciò è confermato dall’avvertenza data da Ignazio per iniziare in maniera adeguata questo tipo di esperienza: «Chi propone gli Esercizi, secondo le esigenze che avverte nell’esercitante in fatto di desolazioni e di astuzie del demonio, oppure di consolazioni, potrà spiegargli le regole della prima e della seconda Settimana, che servono appunto a conoscere i diversi spiriti [nn. 313-327; 328-336]» (ES 8).
Il discernimento, in questo percorso, assume il significato fondamentale di «cercare e trovare la volontà di Dio nell’organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell’anima» (ES 1). Questa ricerca consiste anzitutto nella scelta della propria vocazione; a tale scopo vengono presentate diverse modalità di scelta o «elezione». Ne ricordiamo in particolare tre: la prima è la più diretta e certa, «senza alcuna incertezza», come quando Gesù chiamò gli apostoli (ES 175). La terza è legata «a un tempo tranquillo», un tempo cioè «in cui l’anima non è agitata da diversi spiriti ed esercita le sue facoltà naturali liberamente e tranquillamente» (ES 177). Durante questo tempo la persona può considerare come possa meglio raggiungere il fine, per cui è stata creata, di servire e lodare Dio (ivi; cfr ES 23). Il modo più ordinario è invece per lo più il secondo: «quando si acquista sufficiente chiarezza di idee, attraverso l’esperienza delle consolazioni e del discernimento dei diversi spiriti» (ES 176).
Ritorna in questi testi la parola «spiriti», che Ignazio collega con la capacità di esercitare «le facoltà naturali dell’anima»: la memoria, l’intelletto, la volontà (cfr ES 45; 177). È esperienza comune che, quando l’uomo cerca di deliberare, avverte l’influsso di emozioni, desideri, paure, che facilitano o bloccano il processo del discernimento: «La parola spagnola usata da Ignazio – mociones – esprime chiaramente questa dinamica che è sempre desta nella vita interiore dell’uomo: le mociones sono anzitutto i “movimenti interiori” e disordinati al loro primo manifestarsi, che si verificano in quell’intreccio inscindibile che è composto di ragione, sentimento e volontà. Gli
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