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Il valore del generalato di p. Claudio Acquaviva, che ha governato la Compagnia di Gesù dal 1581 al 1615, va ben oltre il fatto che esso è durato quasi 34 anni, battendo così il record fra tutti i Prepositi generali dei gesuiti. Infatti, gli storici sono ormai d’accordo che durante questo tempo si è consolidata l’opera iniziata da sant’Ignazio di Loyola nel 1540: l’Ordine da lui fondato non soltanto è cresciuto fino a 13.000 membri, presenti in cinque continenti, ma soprattutto si è rafforzato nella sua identità e nelle sue strutture, codificando i più importanti modi di procedere che sarebbero stati seguiti durante i due secoli successsivi quasi senza sostanziali cambiamenti.
Fu proprio sotto il governo di Acquaviva che molte iniziative promosse dai Prepositi generali precedenti furono portate a compimento, come è stato osservato nel volume I gesuiti ai tempi di Claudio Acquaviva. Strategie politiche, religiose e culturali tra Cinque e Seicento, pubblicato nel 2007. E Gianni La Bella, nel suo libro I Gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco, pubblicato quest’anno, ha definito il governo di Acquaviva «crocevia unico nella vita dell’ordine» e «generalato cerniera» (p. 12).
A questa importante figura storica e al suo generalato è stato dedicato – per iniziativa comune della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi e della Pontificia Università Gregoriana – un Convegno, che si è svolto ad Atri (Te), la città di origine di Acquaviva, il 20-21 novembre 2015, e di cui vengono pubblicati gli Atti in questo volume.
I temi trattati dagli autori si riferiscono sia alla biografia di Acquaviva sia alle principali azioni che hanno caratterizzato il suo generalato. Essi sono: storiografia con le sue sfide e fonti (Martín María Morales, Pierre-Antoine Fabre, Irene Pedretti); influsso della famiglia, dell’ambiente originario e delle relazioni (Roberto Ricci, Rossella Breggia); consolidamento dell’identità gesuita (Guido Mongini); educazione (Francesco Mattei, Cristiano Casalini); missioni estere sull’esempio della Cina (Michela Catto); predicazione (Perla Chinchilla Pawling); gesuiti confessori dei re (Flavio Rurale); e teatro e architettura (Rita Fresu, Arianna Petraccia). Ognuno di questi temi corrisponde alle principali attività sostenute dei gesuiti, e non soltanto sotto il governo di Acquaviva.
Ci sarebbero ancora altre attività e temi che lo studio sul quinto Preposito generale della Compagnia rende possibili e attraenti, ma in questo consiste il fascino della storia, nel fatto che con il passar del tempo cambia le metodologie, spostando l’interesse dei seguaci di Clio verso altre domande rispetto a quelle formulate dai loro predecessori. La storiografia di Acquaviva ne è un buon esempio: fu proprio a lui che gli storici ufficiali della Compagnia del XVII e XVIII secolo Francesco Sacchini, Pierre Poussines e Joseph de Jouvancy dedicarono la loro opera Historiae Societatis Jesu pars quinta sive Claudius, di cui due volumi apparvero a Roma nel 1661 e 1710. Considerando oggi questi prodotti della classica storiografia gesuitica e confrontandoli con le opere contemporanee, possiamo vedere quale lungo cammino abbia fatto la disciplina storica.
Questo percorso continua: basti pensare che negli ultimi anni il numero delle pubblicazioni dedicate alla Compagnia di Gesù (ad esempio, quelle recensite dall’ Archivum Historicum Societatis Iesu, oppure menzionate dal WorldCat (www.worldcat.org) oscilla tra le 2.300 e le 2.400. L’auspicio allora è che questo volume su p. Claudio Acquaviva entri nelle bibliografie gesuitiche, e non solo, per prendervi un posto degno del suo valore e del personaggio che ne è il protagonista.
Padre Claudio Acquaviva S.J. Preposito generale della Compagnia di Gesù e il suo tempo
a cura di MARTÍN MARIA MORALES – ROBERTO RICCI
L’ Aquila, Colacchi, 2018, 308, € 30,00.