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Il contesto dell’articolo. Il 4 agosto scorso, memoria liturgica del santo Curato d’Ars, papa Francesco – che il 13 dicembre scorso ha celebrato il 50° di ordinazione sacerdotale – ha scritto una Lettera ai sacerdoti, per ringraziarli e incoraggiarli.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo, commentando la Lettera, innanzi tutto nota che gli interlocutori di Francesco non sono i sacerdoti in astratto, ma piuttosto ciascuno di essi in concreto, guardato e interpellato da lui in modo molto personale. E il Papa li guarda con uno sguardo «buono» triplice – del popolo fedele, di Gesù e della Vergine Maria – che focalizza in tre atteggiamenti sacerdotali: persone che lasciano tutto «senza fare rumore», che ci mettono la faccia «quotidianamente e senza darsi troppa importanza», e che servono «in maniera inosservata e sacrificata».
Poi, l’articolo si sofferma su due sottolineature:
- la necessità di promuovere una cultura della «cura pastorale» – cura del sacerdote per il popolo e cura del vescovo verso i sacerdoti –, l’unica capace di contrastare quella cultura dell’abuso.
- L’esortazione «a non trascurare l’accompagnamento spirituale» che non è affatto «un aspetto complementare»; di «fare l’esperienza di sapersi discepoli», per poter poi a loro volta stare nel suo popoli e accompagnare gli altri.
L’articolo infine sintetizza i quattro punti in cui il Papa scandisce le sue considerazioni sull’essere discepoli di Gesù:
- L’esperienza del dolore delle vittime, al quale unisce quello dei sacerdoti, riferendosi alla «paternità spirituale che sa piangere con coloro che piangono».
- Il compito di ravvivare la propria vocazione con spirito di gratitudine.
- Rinnovare il coraggio sacerdotale nella preghiera, attraverso il riconoscimento sincero, sofferto e umile dei propri limiti.
- L’esperienza della lode fondata in Maria, che nella sua persona rappresenta la Chiesa universale e ogni fedele particolare. In lei sperimentiamo che cosa significa essere discepoli.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Quali sono gli atteggiamenti pastorali che emergono dalla Lettera di papa Francesco ai sacerdoti?
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TO MAKE THE EXPERIENCE OF KNOWING ONESELF AS A DISCIPLE. Pope Francis’ letter to priests
The liturgical memorial of the saintly Curé d’Ars is celebrated on August 4. To coincide with the anniversary, Pope Francis – who on 13 December 2019 celebrated the 50th anniversary of his priestly ordination – wrote a Letter to Priests, to thank them and to encourage them. His interlocutors are not priests in the abstract, but each individual priest, addresseded in a personal way. Francis focuses their gaze inon three directions – on the faithful, on Jesus and on the Virgin – -on three priestly attitudes described with pictorial precision. The Pope addresses people who “quietly” leave everything, and who place themselves out there «daily and without giving themselves too much importance», and who serve “without fanfare and at personal cost”. A central point is spiritual accompaniment, where one has the experience of knowing oneself as a disciple.