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«Da ragazzo sono cresciuto vicino a un santuario mariano. Soprattutto nei terribili anni della seconda guerra mondiale, quando in Germania eravamo costretti a trascorrere molte notti in cantina durante le incursioni aeree, andavo spesso lì con mia madre, per pregare e invocare protezione. La ben nota preghiera Sotto la tua protezione aveva per noi, in tali circostanze, un profondo significato e ci era di grande consolazione. Così, la devozione mariana mi ha segnato sin dall’infanzia e dalla gioventù». Queste parole danno inizio a un breve scritto dedicato dal card. Walter Kasper alla Madonna. In esse troviamo testimoniata una delle componenti principali della devozione mariana: quella che esprime l’affetto del cuore per la madre di Gesù, consolatrice e protettrice, alla quale il credente ricorre con fiducia filiale.
Poche pagine dopo, il cardinale racconta che, una volta raggiunta la maturità intellettuale e spirituale, comprese che, accanto alla dimensione sentimentale del culto mariano, doveva coltivare e sviluppare quella basata sulla Sacra Scrittura e rapportata in modo decisivo «al fulcro e al criterio della nostra fede», cioè a Gesù Cristo.
È stato il Concilio Vaticano II – afferma Kasper – a presentare correttamente la relazione che il fedele deve instaurare con la Madonna, che «non ci è più sembrata soltanto la regina del cielo lontana da noi, ma la nostra sorella nella fede, che ci accompagna nel nostro cammino e che accompagna e protegge tutta la Chiesa nel suo pellegrinaggio nella storia». Tale rinnovata visione ha avuto positivi riflessi sul piano ecumenico, anche se, come sostiene il cardinale, nel periodo postconciliare si è assistito a un indebolimento della devozione nei confronti della Madre di Dio.
Si tratta, dunque, di ristabilire la verità e il valore della figura della Madonna, sapendo che senza di lei la nostra vita di fede sarebbe irrimediabilmente impoverita. Il cardinale sostiene che, per fare ciò, è necessario mettere al bando eccessi e difetti e recuperare una concezione della spiritualità mariana che sia teocentrica e cristocentrica, biblica e liturgica, nella consapevolezza che Maria è la perfetta realizzazione del Vangelo, ma non il Vangelo stesso.
Al fine di presentare il volto autentico della Madonna, l’A. fa perno sulla Parola di Dio, iniziando da quello che ritiene essere il testo biblico più significativo riguardante la persona di Maria: il racconto dell’Annunciazione, che fa di lei il luminoso anello di congiunzione tra Antico e Nuovo Testamento.
Kasper mette poi in evidenza l’obbedienza di Maria nei confronti di Dio, il suo ruolo fondamentale di madre di ogni vivente, la posizione che occupa all’interno della fede cattolica, testimoniata da alcuni dogmi di fondamentale importanza.
Il libro si conclude con un capitolo nel quale l’A. sottolinea il fatto che Maria, assunta nella gloria celeste, non è scomparsa, ma resta presente come madre di Cristo e della Chiesa, di tutti i cristiani e di tutti gli uomini. Fin dalle origini, i primi cristiani furono convinti che Maria si prendesse cura dei suoi figli: per questo, lungo i secoli, lei è stata sempre invocata, affinché non facesse mai mancare la sua materna protezione. La Madonna – conclude Kasper – ci aiuterà a entrare nella gloria escatologica; per questo facciamo bene a rivolgerci a lei con le parole con cui termina la più bella e popolare preghiera mariana: «Santa Maria, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte».
WALTER KASPER
Meditazione su Maria
Bologna, EDB, 2018, 56, € 7,00.