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ABSTRACT – L’oro è simbolo di bellezza e di ricchezza, di potere e di sacralità, di risparmio e di scambio. È custodito in scrigni e casseforti, forzieri e caveaux, la sua «luce» risplende da 6.000 anni e il suo valore resiste anche nell’era della cartamoneta e del bancomat. Anzi, per gli Stati e le banche centrali l’oro rimane il bene-rifugio che garantisce i sistemi monetari e l’economia.
Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia, ripercorre la storia e le implicazioni dell’oro sulla vita degli Stati e dei loro cittadini. Ricostruisce le vicende delle riserve auree della Banca d’Italia – la quarta con più riserve d’oro al mondo –, che custodisce 2.452 tonnellate di oro, ed è convinto che, da un punto di vista politico, «l’oro è del popolo: questo può sempre, attraverso le sue istituzioni rappresentative, cambiare le norme che disciplinano la banca centrale e la sua gestione delle riserve».
Ma la volontà popolare coinciderebbe con le scelte delle élites tecniche e degli studiosi? L’oro è considerato un fine (da custodire) o un mezzo (da re-investire)? L’Autore raccomanda di «maneggiare con cura» l’oro: quando l’uomo lo considera come «fine», può perdersi; se invece lo considera un «mezzo», è la condizione per la condivisione di investimenti e progetti.
Va dunque riscoperto il reale valore sociale, politico ed etico dell’oro, che si basa su due elementi: il bene «relazione» della fiducia, che ne garantisce il valore legale, e la figura del «re», il garante dello scambio.
Il connotato sociale che l’oro ha nella cultura giapponese ci consegna un’ultima immagine: quando un manufatto si rompe, i maestri ceramisti lo ricompongono tradizionalmente con dell’oro fuso (kintsugi), e da quello che era un oggetto rotto si forma un’opera d’arte. Secondo noi, è questa l’immagine che Rossi consegna ai lettori per ricomporre, grazie al valore dell’oro del Paese, le fratture sociali e politiche.
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THE GOLD OF ITALY
The General Director of the Bank of Italy, Salvatore Rossi, traces the history of gold and its implications on countries and the lives of their citizens. He reconstructs events that have occurred with the gold reserves of the Bank of Italy, – with 2,452 tons of gold, it is the nation with the fourth highest gold reserves in the world – and is convinced that, from a political point of view, “gold belongs to the people: this can always, through its representative institutions, change the rules governing the central bank and its management of reserves.” The true social, political and ethical value of gold must therefore be rediscovered, based on two elements: a good trusting “relationship,” which guarantees its legal value, and the figure of the “king,” the guarantor of exchange.