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Questo volume di Gustavo Piga – professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, direttore del corso di laurea in Global Governance e promotore del Master in Anticorruzione – ricostruisce le vicende della più grave e lunga crisi economica del nostro Paese dai tempi dell’Unità d’Italia.
Leggendolo, ci si rende conto di trovarsi non soltanto davanti a un saggio, ma a un vero libro di storia economica, che pone una grande attenzione agli ultimi due secoli. L’autore ripercorre, in particolare, con sguardo interdisciplinare, le fasi successive alla crisi americana del 2008, divenuta crisi esclusivamente europea dal 2011: la divisione del Vecchio Continente al suo interno, la fase di stagnazione con crescita insufficiente e produttività bassa, l’avvento dei sovranisti, fino ad arrivare all’immensa tragedia sanitaria del 2020, che ha aggravato ulteriormente la situazione economica mondiale.
Quello odierno è, come avrebbe detto Gramsci, un momento di «interregno», in cui possono verificarsi i «fenomeni morbosi più svariati». Eppure, malgrado questa incertezza sul futuro, la Storia non è avara di consigli. Studiando infatti la storia del federalismo nel mondo e, in particolare, quella degli Stati Uniti d’America dalla fine del 1700 a oggi, si possono identificare le possibili cause di un successo nel mettere insieme Stati diversi e fortemente autonomi, come sono oggi quelli europei.
La terza via per gli Stati Uniti d’Europa non consiste nell’accelerazione della costruzione di un’Europa centralizzata a Bruxelles, o nella miope rinuncia alla valuta comune dell’euro, richiesta dai sovranisti. Solo concedendo autonomia e responsabilità ai singoli Stati membri nelle rispettive politiche fiscali a sostegno della crisi si può immaginare un futuro di un’Europa prospera e pacificata, nella diversità e nella libertà. Si pone allora l’obiettivo di una Costituzione europea, ispirata a un principio di solidarietà reciproca e di vera giustizia sociale, in un contesto caratterizzato, sì, dall’autonomia di ogni Stato membro, ma anche dalla sua responsabilizzazione in tema di spesa. Fondamentali, nell’immaginare la terza via per l’Italia e l’Europa, sono le risposte sul futuro dei giovani, e l’attenzione da dare alla crescita del capitale umano per rilanciare l’idea di solidarietà europea.
I complessi temi del fiscal compact, del «caso Grecia», della difficoltà di crescita del nostro Paese in assenza di un serio rilancio delle infrastrutture, sostenuto a sua volta da un adeguato piano per l’occupazione giovanile, dell’importanza di un uso corretto, da parte degli Stati dell’Unione Europea, delle risorse previste dal Recovery Fund sono illustrati con molta chiarezza dall’autore, che si dichiara contrario all’austerità e a favore della responsabilità nell’uso delle scarse risorse.
Questo libro, dunque, parla di sobrietà, di come investire bene le risorse, ridurre gli sprechi, fare molti investimenti fecondi, provvedere a una riforma della pubblica amministrazione finalizzata a un accrescimento qualitativo delle competenze e delle conoscenze. Un’opera completa e di facile consultazione, anche per non economisti, utile per comprendere gli errori commessi in questi anni, al di là di schemi precostituiti e di idee preconcette, per un cambio di paradigma che avvii una reale crescita non soltanto della «casa Europa», ma anche dell’Italia, fondandosi sui valori forti e non negoziabili della libertà, della cooperazione e della reale comunione di intenti.
GUSTAVO PIGA
L’interregno. Una terza via per l’Italia e l’Europa
Milano, Hoepli, 2020, 246, € 19,90.