
|
Il contesto dell’articolo. Tra le molteplici problematiche dell’attuale pandemia vi è anche la difficoltà di raccontare questi eventi traumatici come possibile fonte di insegnamento per il vivere comune.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo prende spunto da un precedente contributo dell’autore sulla diffusione sempre più capillare e di successo delle cosiddette narrazioni «a bassa intensità», di genere apocalittico. In queste narrazioni sembra sempre mancare un messaggio di speranza: il collasso dell’umanità è sempre progressivo e ineluttabile.
D’altra parte, sappiamo anche dall’esperienza spirituale e dalle scienze sociali, che coltivare un atteggiamento proattivo di fronte agli eventi catastrofici è indispensabile per continuare a vivere. Ma per fare questo è necessario poter trovare un senso in quella situazione; da qui l’importanza di narrazioni capaci di parlare del trauma comunicando un fondato messaggio di speranza.
L’articolo esamina così un recente libro di David M. Carr (Santa resilienza. Le origini traumatiche della Bibbia), in cui si descrive proprio la capacità della Bibbia di narrare il trauma e di scoprirvi la presenza costante di Dio. Perché il trauma non è mai l’esito finale. L’ipotesi di fondo di Carr è che la Bibbia sia nata come risposta alla sofferenza comunitaria, come memoria collettiva del trauma del popolo di Dio; è questa la grande differenza rispetto al trauma individuale, «che resta congelato alla memoria». La Bibbia non entra in merito a speculazioni, non fornisce spiegazioni razionali al trauma, ma lo incorpora e lo tramanda all’interno di un piano di salvezza che tutto attraversa. Attraversa il trauma, non lo elimina. Non nega il caos dell’esistenza, ma mostra che non è quello la chiave di tutto.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Come dice papa Francesco, possiamo dire che «lo “stop”, la sosta forzata, può essere il momento giusto per fare i conti, rivedere il passato, ricordare con gratitudine chi siamo, che cosa abbiamo ricevuto e in che momento abbiamo sbagliato strada»?
***
RECOUNTING THE TRAUMA. An indispensable act for continuing to live
Among the many problems of the current pandemic, there is also the difficulty of recounting these traumatic events as a possible source of teaching for common living. This is a difficult but indispensable task, as studies of communities affected by trauma show. The recent translation of a book by David M. Carr (Holy Resilience: The Traumatic Origins of the Bible) can help us in this regard, as one of its main themes is the capacity of the Holy Bible to narrate the trauma and to discover the constant presence of God within it. A reading in a salvific perspective offers many important lessons for the current situation: in particular, the role of the community at its various levels (family, friendship, social) and the need to stop and re-read experience (thanks to the narratives of the past) to find in the crisis an unprecedented opportunity to start again.