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L’autore, gesuita e sociologo spagnolo, in questo libro sottolinea come gli uomini abbiano bisogno di amore, felicità, sicurezza, e come la loro mancanza li sconforti. Per questo i tiranni li seducono e li intrappolano con promesse di successo e felicità. Analizzando la nostra società, si evince la presenza di varie tirannie: quella del consumismo; quella della bellezza, ossia dell’immagine; e quella della felicità.
Tutti aspiriamo a raggiungere una vita felice. Rodríguez, però, ci mette in guardia, dicendo che esistono alcuni surrogati della felicità: l’euforia, il successo, il piacere, l’esaltazione dello star bene a tutti i costi. La vera felicità, evidenzia l’autore, è un’altra forma di gioia, legata alla nostra capacità di amare e che ha molto a che fare con il significato, «con la direzione verso la quale camminare e con la memoria del luogo da cui proveniamo».
Si può così essere felici anche nei momenti più bui, in cui la vita presenta delle difficoltà, ma è una felicità intensa, perché intessuta d’amore. E noi siamo in grado di amare proprio perché siamo stati amati. Crediamo in un Dio che prima di tutto è amore, gratuito e incondizionato, per ciascuno di noi. L’amore, allora, può essere il segno che ci contraddistingue.
L’autore ci ricorda anche che, in un’epoca che esalta l’emozione, l’istinto e il sentimento, la sfida consiste nel lasciare che quest’ultimo sgorghi dal profondo, «nasca nel cuore di quel tronco robusto in cui hanno radici le nostre convinzioni più profonde».
Ci potrebbe sedurre l’idea di lasciarci trasportare verso l’infinito senza incontrare limiti, ma questi li troveremo sempre. Il primo di essi è la vita stessa, perché il nostro tempo è limitato. Rodríguez indica tre soggetti che possono aiutarci a capire la vita e a darle senso: le persone vicine a noi, perché la vita si costruisce imparando a condividere storie, traiettorie, tappe del cammino; le persone lontane, perché mettere la nostra vita in relazione con tutti gli uomini ci consente di avere una sensibilità più ampia; e l’Altro, perché la fede può offrirci un orizzonte nel quale le domande e le risposte ci aiutano a trovare una mappa dell’esistenza.
L’autore ci presenta anche alcune icone di felicità vera, sincera e profonda: Madre Teresa, Nelson Mandela, Pedro Arrupe.
Buona pratica è far memoria della propria storia, con le sue vittorie e con le sue sconfitte, progettare il futuro, sognare possibilità e, soprattutto, essere grati per quanto si è ricevuto. Importante è che ciascuno viva nel proprio «oggi» le Beatitudini evangeliche, un «canto profondo e coraggioso, che esalta la logica alternativa di Dio». Più ci svuotiamo di noi stessi, donando e condividendo, più verremo riempiti di vera gioia.
JOSÉ MARÍA RODRÍGUEZ OLAIZOLA
Libera la gioia
Milano, Paoline, 2020, 160, € 18,00.