
|
YOSEMITE NATIONAL PARK
Portami l’agilità dei rami
per spettinare nuvole basse
e sfittire ricordi confusi
tra le curve addensate dei cieli.
Portami il silenzio delle radici
per ascoltare le terre profonde
e districare i pensieri contorti
tra le argille e i suoi vicoli ciechi.
Portami la pazienza dei fusti
per sopportare l’intrusione dei nesti
e lasciare che gemmi il dolore
dalle ferite che legno dischiude.
Portami la fragilità dei germogli
per confondere la prepotenza dei venti
e liberare gli eccentrici sensi
dal tremore che il gelo comprime.
Portami – ti prego – la quiete
e sarò un tutto con questa distesa;
portami pure l’amore
e sarò Uno con Dio in ogni cosa.
La tua luce
Dentro la distanza
È radice di chiarezza
Che spezza la mia roccia
E la trapassa.
ASSORO
Anche in cima al mondo
le tue vette profumano di funghi
e di limoni,
e gli asparagi si difendono
dagli assalti d’amore di padri
feriti.
E perfino gli inguini lontani
sussultano a quei doni.
Anche a Parigi
le tue valli abitano i miei sensi
e le tue olive soffiano fin qui
gli occhi spremuti
delle madri
ai robusti frantoi delle partenze.
Sono i tuoi ponti
e quel che resta delle tue pietre oranti.
Una locomotiva gira
(ancora)
su alture vertiginose
di ferula e di sulla,
gelosa delle chiocciole
dopo le piogge di marzo.
I tuoi pani danzano
sui magmi lontani dell’Etna
e rilasciano nell’aria
intime calure di sonni interrotti.
E di risvegli infantili
ai sussurri di vecchie dita annodate
da secoli e impasti:
quelle di Maria,
lasciate in eredità a mia madre.
Sono speranze di spazi
e di giorni
e di estati
ancora non viste.
Sono sogni e attese
di figli sedotti
da fabbriche e bocconi.
Un pino abbattuto nel cortile,
una mimosa prematura
l’otto di febbraio,
un sole freddo nei giorni della merla
e la resina che bisticcia colle dita,
raccontano memorie incandescenti
a questi bordi infreddoliti della Senna,
dove fui destinato.
Io resto ovunque e in ogni caso
nel tuo abbraccio,
impasto dei tuoi fianchi possenti
e latte scaturito dai tuoi seni.
Copyright © La Civiltà Cattolica 2021
Riproduzione riservata
***
Nicolò Mazza, gesuita, è nato a Leonforte (En) nel 1983. Matura sin da ragazzo il gusto per la scrittura. Ha pubblicato diverse raccolte poetiche: Silenzi Versati, Epiloghi, Stupore d’oltre, Canti delle distanze, Altre sembianze, ricevendo vari riconoscimenti. Ha studiato Lettere presso l’Università Cattolica di Milano e Teologia al Centre Sèvres di Parigi, vivendo nel contesto periferico e popolare di Saint-Denis. Attualmente studia presso il Pontificio Istituto Biblico.
***
THE POEMS: YOSEMITE NATIONAL PARK AND ASSORO
In this article, we discover two poems by Nicolò Mazza, a Jesuit, born in Leonforte (En) in 1983. His desire to write has come to fruition over the years. He has published several award-winning poetry collections, which include: Silenzi Versati (Spilled Silences), Epiloghi (Epilogues), Stupore d’oltre (Awe of the Beyond), Canti delle distanze (Songs of Distances), Altre sembianze (Other Semblances). He studied Literature at the Catholic University of Milan and Theology at the Centre Sèvres in Paris, where he lived in the suburbs in the periphery context of Saint-Denis.