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Mark S. Smith, classe 1955, insegna letteratura ed esegesi dell’Antico Testamento presso il Princeton Theological Seminary. Questa sua opera è dedicata al secondo racconto di creazione (cfr Gen 2–3). Il discorso verte su ciò che accade attorno all’albero del «conoscere bene e male» (p. 166, nota 38).
Le congetture dell’autore, esposte brevemente, sono le seguenti. Gen 3 delinea un ritratto della natura umana al cui centro c’è il desiderio. Di peccato propriamente non si parla (mancano termini espliciti, come quelli di Ez 28,16), e neppure di caduta (come nel Sal 82,7) o di male in senso stretto (il desiderio è menzionato ben prima che il male entri nella storia).
Né l’uomo né la donna sono maledetti, e Dio non si mostra irato o offeso, nonostante sia un Dio emotivamente reattivo, dolente, pentito, premuroso come un buon genitore. Maledetti sono invece il suolo e il serpente. Il testo biblico descrive insomma il degrado della condizione creaturale, quale ri-caduta di alcuni eventi nefasti.
Sul piano morale, la curiosità dei progenitori non è condannata come necessariamente pericolosa, e la conoscenza di per sé è considerata cosa buona (la divinità stessa la possiede). Il vero tema di Gen 2–3 non è quindi la caduta da uno stato di grazia, ma l’ascesa verso la cosciente responsabilità da parte di esseri che erano simili a bambini inesperti o a soggetti poveri di senno (come in Pr 7,7 o nel Sal 19,8).
D’altra parte, l’astuzia del serpente può essere associata, per certi versi, alla prudenza che il credente ottiene dalla Sapienza (cfr Pr 1,4 e 8,5). Del resto, se la coppia umana era priva di sufficiente comprensione morale, non poteva essere imputata di colpe nell’assecondare un desiderio spontaneo alimentato dalle opere di Dio, dato che l’albero era stato fatto desiderabile, allettante, buono da mangiare.
Sono le libere conseguenze della maturazione cognitiva a essere purtroppo penose e nefaste: paura, vergogna, dolore nel parto, sottomissione al patriarcato, fatica nel lavoro. Gen 2–3 tratteggia l’eziologia di tratti antropologici storicamente e socialmente diffusi.
Solo al capitolo 4, con la vicenda di Caino, il peccato si manifesta in modo esplicito come ri-caduta appunto di un’umanità più matura, ma esposta alla trasgressione. E al capitolo 6 appare in tutta evidenza il male, quella cattiveria che induce addirittura YHWH a pentirsi d’aver creato l’uomo (cfr Gen 6,6).
Il racconto della Genesi, secondo Smith, ha inevitabilmente dei limiti. Esso non scioglie alcuni «enigmi morali»: perché il Signore crea il serpente? Perché non chiarisce le ragioni della proibizione di mangiare il frutto? Perché il divieto è formulato prima che gli esseri umani siano in grado di esercitare responsabilmente l’obbedienza? Perché Dio colloca l’albero al centro del giardino? Perché non si adira? Perché, più avanti, non accetta il sacrificio di Caino?
Gen 2–3 sarebbe quindi la narrazione di una ri-caduta: fall (out) nel titolo originale. In inglese to fall out significa «accadere», «fuoriuscire», «produrre ripercussioni». Smith dissente dall’idea di Calvino che gli esseri umani siano tutti e interamente immersi nel peccato (e quindi allontanati dalla grazia di Dio) a causa della colpa originaria di Adamo ed Eva.
Altre tradizioni religiose – ortodossa, ebraica, musulmana – si limitano del resto a registrare i cambiamenti indotti dal cedimento alle lusinghe del serpente, ma non attribuiscono l’oggettiva miseria dell’umanità e l’inclinazione al male alla trasmissione automatica – «biologica» – di un peccato dei progenitori, a causa del quale nasceremmo tutti contaminati e completamente perversi.
L’autore scrive che «l’idea che Adamo ed Eva fossero già malvagi quando mangiarono il frutto proibito non è biblica» (p. 47). Autorevoli commentatori, come sant’Agostino, ispirandosi a san Paolo, avrebbero enfatizzato in maniera «retrospettiva» il ruolo di Adamo, partendo dalla visione di Cristo come salvatore e confrontandolo con Adamo, in modo da rappresentare quest’ultimo quale responsabile della trasgressione ancestrale.
MARK S. SMITH
La genesi del bene e del male.
La (ri)caduta e il peccato originale nella Bibbia
Brescia, Queriniana, 2022, 200, € 28,00.