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La corruzione sistemica dà forma e consistenza a un «capitale sociale», costituito da relazioni informali e regole di reciprocità legate da un collante fiduciario, in alcuni casi rafforzate dalla presenza di garanti dell’adempimento degli impegni assunti.
Per comprendere la forza avvolgente della corruzione come sistema e il reticolo di relazioni di reciproco vantaggio è illuminante questo libro scritto da Donatella della Porta e da Alberto Vannucci, professori di Scienza politica rispettivamente presso la Scuola Normale Superiore e presso l’Università di Pisa.
Un volume che si propone di rispondere agli interrogativi più frequenti quando si affronta il tema della corruzione: dal reale significato della corruzione sistemica alla conoscenza e alla valutazione dei meccanismi che favoriscono l’adattamento a essa, alle modificazioni del contesto socioeconomico di riferimento e, infine, all’individuazione dei suoi principali attori.
Le caratteristiche di leggi, regole e procedure che governano i rapporti tra Stato, cittadini e imprenditori incoraggiano, come osservano gli autori, attività parassitarie di ricerca di rendite, alimentando aspettative pessimistiche su tempi, costi ed esiti delle interazioni con l’amministrazione pubblica e la sfera politica.
Il motore che alimenta tali dinamiche è lo stesso che genera cattivo capitale sociale. Questo lato oscuro del capitale sociale affonda le sue radici in alcuni profili della cornice di regole del gioco politico e sociale.
Va accolta con grande attenzione la lettura dell’analisi del fenomeno fatta dagli autori, resa interessante dalle citazioni di vicende, atti giudiziari e inchieste giornalistiche che hanno contrassegnato la corruzione in Italia, da «Mani pulite» del secolo scorso ai giorni nostri.
Dalla ricerca emerge come i robusti equilibri della corruzione sistemica non siano stati scalfiti dai mutamenti politici o dalle inchieste giudiziarie. Si osserva piuttosto una sorta di slittamento verso il privato del baricentro che stabilizza i patti di corruzione, con un ribilanciamento di funzioni, processi decisionali e risorse messe in campo dagli attori coinvolti.
Un altro merito del libro è l’aver calato l’analisi dell’ingente documentazione in una cornice di teoria economica, quella dei costi di transazione, sviluppando così un approccio di particolare efficacia al fenomeno corruttivo, privilegiandone l’aspetto mercatistico e le rilevanti implicazioni economiche e sociali.
Gli autori si soffermano sulle diverse configurazioni della governance dello scambio corruttivo, per poi esaminarne criticamente i fattori più rilevanti sui piani quantitativo, temporale e procedurale. Viene così proposta l’analisi di tre possibili forme di corruzione sistemica: pulviscolare, reticolare e organizzata.
Si passa poi ai capitoli in cui si analizzano dettagliatamente le dinamiche della corruzione e il loro sviluppo, il ruolo svolto dai partiti e dagli attori politici nelle reti della corruzione sistemica, e quello del sistema burocratico.
Seguono alcune pagine dedicate alla robustezza dei meccanismi di governance extralegale, ossia di autogoverno delle reti di relazioni occulte, cui si deve il radicamento della corruzione in Italia, con il coinvolgimento di imprenditori, professionisti e mediatori.
L’ultima parte del volume è dedicata all’analisi critica di un paio di aspetti di rilevante attualità: il contributo alla corruzione fornito dalle scelte dettate dall’emergenza e dai percorsi amministrativi in deroga; e la correlazione tra gli indicatori di inefficienza amministrativa, la debolezza del capitale sociale e la sfiducia nelle istituzioni.
La proposta finale è quella di percorrere una gestione efficiente della fase del dopo pandemia come una finestra di opportunità: la trasparenza integrale di ogni spesa e attività pubblica; l’utilizzo di procedure e norme esistenti che autorizzano un drastico snellimento in caso di urgenza, senza abdicare ai controlli; la valorizzazione e l’estensione di buone pratiche, come la vigilanza collaborativa con l’Autorità nazionale anticorruzione; il potenziamento dei controlli successivi sulla qualità finale di lavori, servizi, prestazioni; l’iniezione su basi meritocratiche di competenze tecniche nella pubblica amministrazione; e, soprattutto, il rafforzamento dei canali di partecipazione popolare attraverso l’estensione degli strumenti di prevenzione e controllo diffuso, come il monitoraggio e l’accesso civico.
Del resto, concludono gli autori, risale ad Aristotele la consapevolezza, nella politica, dell’importanza cruciale di un presidio democratico contro le derive oligarchiche e autocratiche del potere corrotto.
DONATELLA DELLA PORTA – ALBERTO VANNUCCI
La corruzione come sistema. Meccanismi, dinamiche, attori
Bologna, il Mulino, 2022, 264, € 23,00.